L'edizione 2002 del Silmo vedrà, rispetto alle passate edizioni, un numero inferiore di aziende provenienti dal Cadore. Due le cause: la perdita di competitività del settore nei confronti degli operatori dell'estremo oriente e gli alti costi di esposizione e di soggiorno che le aziende medio piccole non sono più in grado di sobbarcarsi. Uno stand medio di 16-18 metri quadri infatti, tra affitto della superficie, spese di allestimento, di pubblicità e di soggiorno, viene a costare oltre 125.000 euro. Troppo, per un laboratorio artigiano a conduzione familiare.
E' proprio la piccola impresa ad avere i problemi maggiori. Chi cerca di essere presente sul mercato con un marchio proprio, se da una parte rappresenta la punta di diamante della tradizione cadorina, dall'altro ha un rientro inferiore, perché sia le spese di produzione che quelle di commercializzazione del prodotto sono elevatissime. Di conseguenza il valore aggiunto è molto basso, se non inesistente.
Anche per questo, i piccoli produttori sono quelli che più avrebbero bisogno di partecipare al Silmo, manifestazione che, se non ha ancora raggiunto i livelli del Mido, è comunque diventato un appuntamento d'obbligo per il mercato dell'ottica. Proprio al salone parigino, lo scorso anno venne premiato l'imprenditore cadorino Walter Trenti con il Silmo d'oro, il massimo riconoscimento della manifestazione, per i risultati conseguiti con il suo nuovo stabilimento di produzione.
(Fonte: Il Corriere delle Alpi)