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Usa, sequestrati 15 mila occhiali Oakley contraffatti

Quindici mila occhiali da sole Oakley contraffatti sono stati trovati nell'abitazione di un cittadino americano, Joseph Francis Werb, residente nella città di Eagan, nel Minnesota. I prodotti recavano l'adesivo 'Made in Taiwan' sulle lenti e la scritta 'Made in America' sulle montature. Secondo un portavoce dell'azienda americana, si tratta di uno dei maggiori quantitativi di Oakley falsi che le autorità abbiano mai scoperto negli Stati Uniti.

Il caso aveva preso avvio nel febbraio del 2002, con la scoperta di un sito (amazing-replicas.com, non più attivo) dedicato alla vendita e alla distribuzione di prodotti Oakley contraffatti. Il prezzo degli oggetti in vendita era di 15/16 dollari al paio, contro i 130 dei modelli originali.Gli avvocati dell'azienda cominciarono a mandare a Werb richieste di cessazione del servizio, spiegandogli che stava violando il brevetto e il marchio di fabbrica Oakley, ma il sito continuò la propria attività.'Fondamentalmente l'effetto di casi come questo è quello di screditare il nostro nome', spiega Sandy Beattie, esecutivo di Oakley in Usa: 'C'è in gioco la nostra reputazione, quando vengono messi in vendita questi falsi'.

A casa del truffatore sono stati trovati anche quantitativi inferiori di occhiali da sole contraffatti di altri brands. Le autorità non hanno fornito dati sull'aspetto finanziario del caso, ma si dicono certe che sia coinvolta una grossa quantità di denaro, dal momento che 'molti prodotti erano già stati distribuiti'.

La contraffazione è un grosso problema, e non solo per Oakley. Negli stati Uniti, il fenomeno dei prodotti falsi è valutato intorno ai 11 miliardi di dollari l'anno. Il 70/80% dei beni contraffatti arriva negli Usa dall'Asia.Secondo le stime dell'International Chamber of Commerce, spiega Tim Trainer, presidente dell'International Anti-counterfeiting Coalition di Washington, il 5%/7% del commercio mondiale è costituito da beni contraffatti, per un valore di mezzo trilione di dollari.

'Per qualcuno si tratta di un fenomeno innocuo', dice Bruce Wimmer, direttore della TransAsia Operations for Pinkerton Consulting and Investigations. 'Quel che cerco di far notare è che questi prodotti sono realizzati per lo più nei paesi del Terzo Mondo, in aziende che sfruttano i lavoratori. In quanto americani dovremmo chiederci: 'Perché diamo loro sostegno?''La posta in gioco si è fatta ancora più alta dopo gli attacchi terroristici dell'11 settembre 2001: la contraffazione infatti è stata messa in relazione anche al terrorismo finanziario e alla criminalità organizzata.

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