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Non solo peluche per Trudi

Non solo peluche per Trudi

Dopo aver chiuso il 2004 con un fatturato di 25,2 milioni di euro e con un quota di export al 42% (in crescita rispetto al 38% del 2003, grazie soprattutto ai risultati conseguiti in Germania, Spagna e Francia), Trudi ha dato il via al nuovo piano quinquennale, che prevede diversificazioni di prodotto, nelle licenze attive e a livello distributivo.

Maurizio D'angelo, amministratore delegato di Trudi, ha dichiarato a Italia Oggi: 'Parte oggi il programma 2005-2009 per diversificare il business tradizionale dell'azienda. Al via quindi, da giugno, una linea completa di bambole arricchite di nuovi accessori, una serie gift Mymy con peluche abbinati a zainetti. Si tratta di lanci che copriranno, in cinque anni, il 25-30% del business e assorbiranno il budget marketing da 2 milioni'.

'Ci sono cambiamenti in vista anche per le licenze attive', ha aggiunto D'Angelo, 'muovendoci a 360° tra abbigliamento, bigiotteria o accessori, oltre che scarpe, calze e occhiali. Il fil rouge di queste iniziative è soddisfare le richieste dei clienti verso prodotti che prima Trudi non offriva. Non è uno stravolgimento, bensì lo sviluppo del concetto baby, proponendo prodotti impreziositi e collegati tra loro'.

Una strada già intrapresa nel 2004, con gli accordi di co-marketing siglati con Coca Cola, Paluani, Alitalia, Look occhiali (la mascotte Lookkino by Trudi) e Lancia, oltre all'alleanza con Gabel, e allo sbarco nel settore dei giocattoli 'tradizionali' con le bambole 'Trudi girls'.

Sul fronte retail, l'obiettivo è aprire per i due brand Trudi e Sevi 6 o 7 monomarca nel 2005, fino a toccare quota 50 nel 2009 con il nuovo concept che reinterpreta la tradizionale cameretta di un bambino.

'All'estero puntiamo su Germania, Francia, Spagna e Giappone, Uk, Russia e Usa per ampliare il giro d'affari oltreconfine, nel 2005, dal 42 al 47-48%. Esportando in 35 paesi diversi', conclude D'Angelo. 'Ma su questi mercati vogliamo acquisire uno o due brand con una produzione specializzata e complementare alla nostra, per costituire un polo del giocattolo'.

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