Intervento alla cataratta: presto sarà possibile correggere dall'esterno le complicazioni post operatorie
Buone notizie per chi dopo un intervento di cataratta accusa dei problemi visivi a causa di calcoli preoperatori imprecisi. Grazie, infatti, a una nuova lente al silicone fotosensibile in grado di modificare la sua curvatura se sottoposta a un raggio luminoso, d'ora in avanti sarà possibile correggere gli esiti dell'intervento anche a un mese di distanza dall'operazione, regolando il potere della lente direttamente all'interno dell'occhio. Nel caso in cui l'occhio risulta miope, per esempio, il raggio di luce correttivo viene indirizzato sulla parte periferica della lente, così da ridurne la curvatura centrale e quindi il potere diottrico.
Alcuni studiosi ritengono che questo tipo di lenti intraoculari fotoregolabili, oltre che nell'operazione di sostituzione del cristalllino opaco, potrebbero trovare un utile impiego anche nella chirurgia refrattiva laddove il paziente non è un candidato idoneo per le tecniche di correzione con i laser ad eccimetri.
Ma accanto alle lenti fotoregolabili, ci sono anche altre novità nella chirurgia della cataratta tra cui la cosiddetta facoemulsificazione "fredda" con microincisione e le lenti intraoculari ultrasottili (0,1 mm) e arrotolabili, che dovrebbero essere disponibili già tra qualche mese.
Tecnica diffusa
Attualmente la tecnica più diffusa per frammentare il cristallino mediante ultrasuoni è la facoemulsificazione (v. box) che prevede l'utilizzo di una punta in titanio che oscilla ad una velocità che può superare i 40.000 cicli al secondo. Ciò comporta un notevole aumento di temperatura che viene contrastato avvolgendo la punta con un manicotto di silicone attraverso cui scorre un refrigerante. La presenza del manicotto richiede un'incisione di almeno 3 mm.
Per rendere l'intervento di cataratta il meno traumatico possibile così da estenderne i benefici anche ai casi più delicati, come difetti refrattivi elevati, esiti di glaucoma o malattie corneali, è allo studio la facoemulsificazione "fredda" con microincisione.
(Fonte: Corriere Salute)