Alain Mikli, l'Italia nel mirino
Un utile netto dell'8% nel 2002, un fatturato di 40 milioni di euro (33 milioni nel 2001), 50 milioni come obiettivo per il 2003. Parlano i numeri, per Alain Mikli. Il lavoro di riorganizzazione della società di occhiali francese cominciato cinque anni fa inizia a dare i suoi frutti.
È tempo - dice Mikli su 'Affari e Finanza' - di mostrare ai competitors che si può fare business anche con prodotti che escono fuori dalle logiche omologanti del mercato'.
Per l'anno prossimo è previsto il lancio di un nuovo brand, che si aggiungerà alle altre due linee su licenza: la prima, nata in collaborazione con Philippe Stark, presenta modelli dal design essenziale, la seconda, con Issey Miyake, offre modelli particolarissimi, per un posizionamento di gamma molto alto. Altro obiettivo: portare il business degli occhiali da sole, che oggi arriva al 20% contro l'80% delle montature, al 40%.
L'Italia gioca un ruolo di primo piano nei progetti dell'ottico francese: se oggi il nostro paese è il terzo mercato del brand, dopo Francia e Giappone, nel giro di tre anni dovrebbe diventare il primo. Non a caso si sta cercando di aprire a Milano il primo negozio italiano.
Non ci sono solo occhiali nel futuro della Mikli. Il quarantasettenne parigino, nato come ottico, che è stato tra i primi a trattare gli occhiali da vista come un accessorio estetico (Bono e Elton Jhon tra i suoi clienti), mai disgiunto però dall'aspetto tecnologico, da qualche anno punta anche su vestiti e borsette. Senza voler competere con gli stilisti, però. Il 99% del business lo deve sempre agli occhiali. Solo qualche pezzo da mettere, per ora, nel negozio di Parigi. Ma l'impronta è sempre la stessa: le borse sembrano gusci in acetato, mentre i vestiti, multifunzionali, si ispirano più al mondo del design che a quello della moda.
(Fonte La Repubblica)
