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Pambianco: meno licenze disponibili sul mercato

Un modello Versace alle recenti sfilate di MilanoDa una recente ricerca dello Studio Pambianco emerge che sono sempre meno i marchi di stilisti acquisibili in licenza nel settore dell'abbigliamento donna, con riferimento con riferimento alle prime e alle seconde linee, più quelle relative al jeans. A determinare questa tendenza è la politica messa in campo già da qualche tempo dai grandi nomi: ritirare dal mercato le licenze per impostare strategie di controllo diretto della produzione e della distribuzione. Armani, Versace, Dolce&Gabbana e Missoni sono solo alcune delle griffe che si sono mosse in questa direzione.

Secondo quanto afferma lo studio di Pambianco, i brand di stilisti italiani ancora disponibili per accordi sono quelli di media notorietà e limitate dimensioni, che non possono contare sulla struttura necessaria per produrre e distribuire direttamente (Mattiolo, Luciano Soprani, Rocco Barocco, Alessandro Dell'Acqua e Fiorucci, solo per citarne alcuni).

Più numerosi sono invece i marchi stranieri che si affidano al sistema delle concessioni. Non tutti però sono noti a livello di grande pubblico e quindi a volte risultano poco appetibili per i licenziatari. Fra questi Castelbajac, Dirk Bikkembergs, John Bartlett, Thierry Mugler, Vivienne Westwood, Pierre Balmain, Katharine Hamnett e Toni Gard.
In totale i marchi italiani e stanieri che operano su licenza sono 145. I licenzatari sono 96. Il Paese produttore per eccellenza è l'Italia, con una quota di mercato del 77% (con 111 marchi su 145 concessi in licenza). I primi cinque attori italiani sono: Sinv Holding, Gibò, Swinger International, Urbis e Multimoda Fashion.

(Fonte: Pambianconews)

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