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Altagamma, per il mercato del lusso la ripresa è vicina

La corsa è finita ma tutti scommettono sulla ripresa. Nel 2002 il lusso si è fermato e quest'anno farà un passo indietro dei 5 per cento. Questa volta non è riuscito ad aggirare gli ostacoli: è inciampato su crisi economica, guerra in Iraq e Sars. E dopo la crescita galoppante, il raddoppio dei ricavi in sette anni, al ritmo dell'8% annuo, deve fare i conti con la prima congiuntura negativa. L'industria del lusso è costretta a sfatare il mito che aveva fatto dei lusso un'area immune, o quasi, da difficoltà economiche e schizofrenie del mercato della moda. È una pausa, assicurano gli imprenditori del lusso, riuniti a Roma da Altagamma - l'associazione delle imprese della fascia più alta di mercato, non solo di moda e dalla Camera di Commercio romana per parlare di «Esperienza nell'eccellenza».

Il lusso ha ancora molto spazio da occupare, può crescere in media dei 4-5% l'anno nei prossimi dieci anni e gli italiani avranno la loro parte, secondo Giovanni Cagnoli, amministratore delegato di Bain & Company, che venerdì scorso ha illustrato l'Osservatorio Altagamma sui mercati mondiali. «Nel 2002 - spiega Cagnoli - la crescita si è fermata per la recessione negli Stati Uniti, l'indebolimento di Europa e Giappone, il calo del turismo, il ribasso del mercato azionario e la minor fiducia dei consumatori». Alla fine il bilancio è di 131,9 milioni di euro a valori retail (prezzi al dettaglio), lo 0,3% in meno del 2001. Si sono salvati soltanto gioielleria, occhiali e abbigliamento maschile.

Quest'anno si prevede una flessione dei 5%, complici gli stessi fattori più dollaro debole, Sars, instabilità politica internazionale. La ripresa è cominciata da poco più di un mese. La crescita bisognerà cercarla con approccio locale al marketing, segmentazione della clientela, riduzione dei tempi tra idea e scaffale e più managerialità nella gestione dei negozi.Strategie condivise e già applicate. almeno in parte, a sentire gli imprenditori nel dibattito con i vertici della distribuzione americana: Neiman Marcus, Bergdorf Goodman, Louis Boston, Saks Fìfth avenue. «È importante trasferire bene prodotti e marchi globali a livello locale, come fanno i department store americani», dice Gildo Zegna, amministratore delegato della Ermenegildo Zegna.

Tutti si aspettano una ripresa significativa dopo l'estate. Anche Diego Della Valle, presidente di Tod's, che esorta Confindustria a sostenere la moda, e in particolare le piccole e medio imprese, e fa due richieste al Governo: sgravi fiscali per gli investimenti sull'innovazione e un'adeguata campagna di promozione, «non polverizzata su tutto il settore». E il presidente di Altagamma, Leonardo Ferragamo, lamenta «rigidità, burocrazie e costi crescenti che hanno reso la produzione italiana sempre meno competitiva». li messaggio è diretto a Governo e Parlamento ma anche a Bruxelles «perché l'industria dell'eccelienza è patrimonio primario dell'Europa».

In serata, Ferragamo, insieme ai presidenti di Camera moda, Mario Boselli, e di Altaroma, Stefano Dominella, è stato ricevuto ai Quirinale. Alla vigilia delle sfilate romane, il presidente Carlo Azeglio Ciampi ha festeggiato la moda italiana. «Non so molto di moda ma so quanto conta nel sistema Italia», ha detto il capo dello Stato, sicura di una prossima ripresa. «So che vivete un momento difficile ma sono problemi congiunturali: l'importante è che ci sia una linea ascendente, che dei resto avete impostato da anni. Apprezzo molto quanto avete dato all'Italia con il vostro ciclo produttivo. Avete la capacità di interpretare nel modo più appropriato la natura di uomini e donne».

(Fonte: Il Sole 24 ORE)

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