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Ciampi a Belluno: i dazi non sono la soluzione

Ciampi a Belluno: i dazi non sono la soluzione

Il Capo dello Stato Carlo Azeglio Ciampi, all'inizio della sua visita in Veneto, ha commentato il recente dibattito sulla concorrenza cinese.

Ciampi è convinto che imporre dazi alle importazioni dai paesi a basso costo del lavoro, come la Cina, non sia la risposta ai problemi conseguenti alla globalizzazione, che invece 'ha offerto alle nostre imprese l'accesso a mercati sempre più vasti e la possibilità di una crescita senza precedenti'. La risposta al fatto che la globalizzazione faccia nascere nuovi concorrenti, che almeno in una fase iniziale possono giovarsi di costi minori, 'non sta sicuramente nel ritorno alla frammentazione dei mercati e alle guerre doganali d'altri tempi, che renderebbero tutti più poveri'.

In una terra che, come ha ricordato lui stesso, ha visto nascere multinazionali (per esempio Luxottica e Safilo), Ciampi spiega che 'non sono i dazi quello che chiedono i nostri imprenditori. Chiedono, con ragione, l'applicazione rigorosa dei regolamenti stabiliti dalle organizzazioni internazionali e l'azione attenta delle autorità europee responsabili istituzionali del commercio estero di tutti i paesi dell'Unione, per combattere correttamente aggressioni mercantili che si nutrono di dumping valutario e sociale, o di falsificazioni dei prodotti, assolutamente inaccettabili'.

Rivolgendosi poi agli imprenditori Ciampi ha aggiunto: 'La risposta di fondo, che sta in voi è nell'intensificare quel processo continuo di innovazione tecnologica che ha permesso anche alle nostre fiorenti piccole e medie imprese di sostenere con successo l'economia italiana negli ultimi decenni, tenendo alto nei mercati mondiali il valore del made in Italy'. Quel che serve è una 'forte capacità di innovazione che richiede però che si accrescano i nostri investimenti pubblici e privati in ricerca e sviluppo, come nel settore della formazione, della scuola, dell'università. Non è meno importante', ha aggiunto, 'portare avanti il processo di liberalizzazione dei mercati del lavoro e di smantellamento dei lacci burocratici che scoraggiano gli investimenti stranieri in Italia e la stessa, auspicabile delocalizzazione in patria delle nostre imprese che gioverebbe a tutti. Occorre infine recuperare i ritardi che l'Italia ha accumulato nelle infrastrutture materiali, a cominciare dal sistema dei trasporti'.

(Fonte: Adnkronos)

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