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Difendiamo l'occhiale Made in Italy

Le affermazioni del senatore Walter De Rigo sulla situazione del distretto dell'occhiale non sono piaciute alle imprese. «Conosciamo bene la spontaneità e la franchezza del senatore De Rigo - dice Walter Capraro, direttore dell'Unione Artigiani - ma su un tema così delicato ci aspettavamo una maggiore cautela e, soprattutto, maggior considerazione per chi ha contribuito in questi ultimi trent'anni alle fortune delle imprese leaders del settore. Se c'era bisogno che qualcuno ribadisse la frattura tra gli interessi della grande impresa e quelli delle piccole e medie aziende, De Rigo ha colmato il vuoto».

Preoccupato per le affermazioni di De Rigo anche il presidente provinciale dell'occhialeria artigiana, Tiziano De Toffol che è anche presidente di categoria della Confartigianato del Veneto: «L'occhialeria è dal 1999 che sta vivendo crisi cicliche e in questi anni il distretto si è profondamente ristrutturato: molte imprese marginali sono scomparse, ma altrettante hanno fatto investimenti importanti e, oggi, sono in grado di garantire qualità e affidabilità. Proprio perché la situazione è complessa e articolata, mi sento di concordare con chi ha detto, in questi giorni, che non è possibile, né realistico parlare in termini semplicistici di una complessa "riconversione" al turismo delle nostre piccole imprese. Vanno fatti ragionamenti diversi e più complessi, che, peraltro, mi sembra stiano finalmente trovando la giusta strada per essere affrontati».

Il riferimento di De Toffol è alla nuova legge regionale sui distretti industriali, sulla quale stanno lavorando un po' tutti: dalla Camera di Commercio alle Associazioni imprenditoriali, dalla Provincia a Certottica. «Tutte le forze produttive del distretto stanno analizzando i problemi del distretto con senso di responsabilità e grande concretezza e stiamo approntando, tutti assieme, una serie di progetti che mirano ad un coinvolgimento diretto delle piccole e delle grandi imprese: nella ricerca, negli investimenti, nella messa in rete, nell'aggregazione e nella ricerca di nuovi mercati. Entro la prima decade di giugno definiremo il patto di sviluppo distrettuale che sarà, poi, valutato dalla Camera di Commercio e, quindi, passato in Regione, la quale, entro agosto, dovrebbe predisporre i primi bandi operativi».

Certo, si dice all'Unione Artigiani, tutto questo lavoro ha un senso solo se tutti gli attori del distretto sono convinti dell'importanza di mantenere in vita il distretto dell'occhialeria, che, alla luce della legge regionale, non sarà più solo Cadore o Agordino, ma anche Valbelluna, Feltrino e Trevigiano. «Deve essere una volontà precisa - sottolinea il presidente dell'occhialeria artigiana - che deve necessariamente coinvolgere anche i grandi gruppi industriali. Chi ha delocalizzato dovrebbe, per esempio, chiedersi quali altri vantaggi si sono ottenuti oltre al semplice risparmio sui costi di produzione: quella scelta ha prodotto utili nel breve e medio periodo, ma ha anche finito col disperdere il know-how e le competenze che prima risiedevano all'interno del distretto. L'effetto non previsto è stato che gli interlocutori esteri da partner produttivi si sono trasformati in diretti concorrenti!».

Una strada alternativa alla riconversione turistica del Cadore proposta da De Rigo sembrerebbe, dunque, esserci. Ma solo a certe condizioni. «Mi pare che, oggi, gran parte della piccola e media industria dell'occhiale - conclude De Toffol - condivida alcuni principi, come la difesa del made in Italy, la valorizzazione delle risorse produttive e tecnologiche, la necessità di lavorare in qualità. Se proseguiremo su questa strada il distretto, seppur rinnovato e trasformato, potrà avere ancora futuro».

Anche Angelo Manfroi, Presidente della Sezione Occhialerie dell'Appia di Belluno, è intervenuto nel dibattito: "Dire che non c'è futuro per le imprese di minori dimensioni", scrive su Il Gazzettino, "significa disconoscere il ruolo che le stesse hanno avuto ed hanno tuttora per la tenuta di un distretto dell' occhialeria (e in ultima analisi dell'intero sistema economico provinciale) che ha al suo interno aziende leader ma anche una moltitudine di medie-piccole e micro imprese, spesso tra di loro in un rapporto a rete, che assicurano flessibilità, dinamicità e competenze di cui si avvantaggiano per primi proprio i grandi gruppi. L'iniziativa del Cosorzio di qualità Glad, le azioni che in questi giorni si stanno definendo per l'accreditamento del distretto dell'occhialeria dimostrano che il tessuto produttivo ha ancora una sua vitalità e progettualità. La voglia di fare c'è, pur in un quadro negativo, ma occorre anche che giungano messaggi positivi da chi è istituzionalmente preposto alla definizione della politica economica nazionale".

(Fonti: Il Corriere delle Alpi e Il Gazzettino)

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