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Giappone, creata la prima retina artificiale che funziona senza minitelecamere e computer

Un gruppo di studiosi giapponesi dell'Università di Osaka ha realizzato una retina bionica in grado di restituire fino al 60% della vista perduta. E' ancora poco più di un prototipo, ma si distingue da tutti i precedenti strumenti sviluppati (basati in sostanza sull'utilizzo di micro-telecamere digitali che raccolgono le immagini e le trasformano in impulsi elettrici) perché utilizza un metodo 'analogico': le retina high-tech di fabbricazione giapponese, infatti, non elabora le informazioni provenienti dal mondo esterno, ma si limita a compiere il lavoro di trasmissione che normalmente viene espletato dalla retina, imitando in pratica la sua struttura e le sue proprietà elettriche.

La retina è un tessuto a più strati incaricato della trasformazione della luce in impulsi nervosi, e lo strumento elaborato dall'equipe giapponese può svolgere appunto questa attività grazie all'utilizzo di sei microchip. La retina bionica può inoltre essere impiantata direttamente nell'occhio (senza l'ausilio di nessun altro apparecchio), consuma pochissima energia e soprattutto non raggiunge temperature elevate, una caratteristica fondamentale per evitare fenomeni di rigetto.

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