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Il Gazzettino: intervista a Cirillo Marcolin sul prossimo Mido

Cirillo Marcolin, presidente di Mido, la più grande fiera mondiale dell'occhialeria, ha rilasciato un'intervista al quotidiano Il Gazzettino, nella quale ha parlato della prossima edizione dell'evento e della psicosi che è venuta crescendo intorno alla Sars, la polmonite atipica proveniente dal sud est asiatico che continua a far parlare di sé.

«In effetti - ammette Marcolin - mi pare che si sia arrivati quasi al panico. Ma sono convinto che, quando questo scemerà, si tornerà ad una situazione normale».

Presidente, come andrà questo Mido?

«Beh, non possiamo farci molte illusioni. Però almeno per quel che riguarda le adesioni non c'è male: 1200 espositori sparsi su una superficie dei circa 47 mila metri quadrati. Siamo circa sui numeri dello scorso anno, quando avevamo raggiunto livelli più che positivi».

Avete avuto defezioni?

«Direi di no, fatta eccezione per la collettiva cinese, che occupava 500 metri quadrati e che ha rinunciato proprio in questi giorni. Non per ragioni particolari, ma temendo che la paura della Sars tenesse lontano i compratori da quello stand».

E sul fronte dei visitatori?

«Dobbiamo attenderci, è naturale, una certa flessione, soprattutto dal sud est. Siamo reduci dalla Vision Expo di New York, dove una certa tensione c'era, anche grazie alla guerra, e dove c'è stato un calo di visitatori del 17%».

Prospettive grigie per l'occhialeria.

«Non è detto. Perché comunque chi partecipa vorrà fare business. Magari lascerà a casa la famiglia, o forse quelli meno motivati rinunceranno, ma i presenti non rinunceranno a fare affari. In altre parole, forse il numero dei visitatori sarà inferiore, ma non credo il giro d'affari».

Quali le novità vere del Mido 2003.

«Tante, che presenteremo nella conferenza stampa inaugurale. Ma mi piace sottolineare il convegno su moda e design dell'occhiale: vogliamo ritrovare un equilibrio tra ciò che è perfezione, tecnologia e l'aspetto invece più legato al costume. E poi mi pare che dopo anni di metallo, mascherine e titanio ci sia una certa ripresa della plastica».

La preoccupa di più la Sars o la crisi economica?

«La Sars non aiuta. Ma ciò che pesa è la grande incertezza dei mercati, determinata peraltro anche dalla polmonite atipica. Non dimentichiamo poi che c'è stata la guerra in Iraq».

Vede vicina la ripresa?

«È difficile parlarne in tempi brevissimi. Speriamo che ci sia qualche segnale per la fine dell'anno, e che questo prenda consistenza nel corso del 2004».

A soffrire, come al solito, sono intanto le piccole e medie aziende del settore?

«È vero. Ma mi creda, anche i grandi non è che se la passino benissimo».

La recente relazione sulla congiuntura presentata dalla Camera di commercio di Belluno evidenzia però ancora una volta le difficoltà dei piccoli. Si è finalmente toccato il fondo del barile?

«Non credo. Penso si vada sempre più verso una maggiore concentrazione, perché le imprese dell'occhiale avranno sempre più bisogno di una certa massa di capitali, che solo una adeguata dimensione può garantire. Ciò non toglie che alcune aziende, anche piccole, sappiano trovare un loro spazio di nicchia. O magari vendere innovazione alle imprese più grandi».

Il Mido le può aiutare?

«Non c'è ombra di dubbio. Da questo punto di vista direi che la fiera aiuta più loro che i grandi. Il Mido è una grande opportunità, anche se so che alcuni imprenditori dicono che il costo è alto. Ma avere la più grande fiera di settore al mondo a 4 o 500 chilometri da casa è un'occasione incredibile. E comunque, proprio per andare loro incontro, sia Fiera Milano che Mido, quest'anno, non hanno ritoccato i prezzi degli stand».

C'è chi, in queste settimane, ha visto nella Sars anche un'opportunità per l'industria italiana.

«Ma non mi pare proprio. Come imprenditore non è logico trarre vantaggio da una situazione che reputo contingente. Trovo che da un punto di vista imprenditoriale tutto ciò non abbia senso. Forse qualcuno potrebbe anche trovare dei piccoli vantaggi, ma solo nel breve periodo, non credo proprio che siano queste le strade di una eventuale ripresa. Non fosse altro, come ho già detto, perché credo che questa sia una situazione momentanea, che sarà presto superata».

(Fonte: Il Gazzettino ed. Belluno)

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