L'occhialeria volge lo sguardo sulla Russia
La collaborazione con le occhialerie coreane, sbarcate a Belluno il mese scorso per gemellare il distretto di Daegu a quello dolomitico. Una missione (poi congelata dalla guerra) per vendere lenti da sole negli Emirati Arabi. Una spedizione in Russia, nuova frontiera del business moda e dunque anche dei nostrani produttori di stanghette. E, infine, l'offerta pubblica di acquisto lanciata da Luxottica su Opsm, gruppo australiano che si occupa della distribuzione al dettaglio.
Tanti segnali, tanti indizi, messi insieme ieri mattina nella sede di Assindustria a Belluno, per dire che in questo periodo di incertezza - la guerra in Iraq, l'America in crisi, l'Europa che annaspa e, come non bastasse, la polmonite atipica - l'occhialeria bellunese, grande e piccola che sia, guarda a mercati lontani che, fino a qualche tempo fa, erano quasi inesplorati. Di ritorno dalla Mido, la vetrina internazionale appena archiviata a Milano, il presidente della Sipao Renato Sopracolle disegna un quadro del distretto che non è certo catastrofico, ma neppure esaltante. Anche a causa dell'effetto Bagdad.
«Certo, la guerra non ha portato nulla di buono all'economia - ha spiegato ieri Sopracolle - Ora è presto per capire quali saranno i riflessi, è presto anche per fare previsioni su quella ripresa del mercato americano che noi tutti attendiamo da tempo». La crisi dei mercati infierisce sulle piccole aziende ma non risparmia neppure i colossi: «La situazione delle grandi non è poi così diversa da quella delle piccole. Anche le grandi stanno subendo la situazione internazionale di stagnazione, ma certo i piccoli soffrono di più. Comunque i dati della cassa integrazione non sono allarmanti: certo, il 2003 ha portato un po' di cig ordinaria in più rispetto al 2002, ma il dato percentuale in relazione agli occupati è minimo».
La guerra, dunque. Poi la minaccia della Sars, che ha portato gli espositori cinesi a rinunciare a una Mido che, quest'anno, è stata più povera (per visitatori ed espositori), ma - garantisce Sopracolle - ugualmente fruttuosa in termini di affari e contatti e contratti. Non si illudano comunque i bellunesi: difficilmente la polmonite atipica favorirà il distretto dolomitico, perché è vero che la Cina intera è attualmente in quarantena, ma è anche vero che «chi ha sempre acquistato in Oriente continuerà a farlo, anche se non ha incontrato gli imprenditori cinesi alla Mido».
Dunque, la parola d'ordine per il distretto bellunese è cercare nuovi sbocchi: «La Russia è al centro delle nostre attenzioni - ha spiegato ieri Maurizio Feltrin, responsabile dell'export per Assindustria - Lì c'è un mercato da 250 milioni di persone, senza considerare i territori ex sovietici. È quello il mercato del futuro, non per nulla il ministero delle Attività produttive intende aprire una "Piazza Italia" a Mosca e a San Pietroburgo per esportare la nostra moda e, perché no, anche i nostri occhiali». Non è un caso, ha aggiunto il direttore di Assindustria Roberto De Martin, che il vicepresidente della Sipao Mario Procidano sia volato in Ucraina per allacciare contatti e aprire un canale con il Bellunese. Magari con l'aiuto di Glad - acronimo che sta per Glasses Dolomite - un consorzio che, nonostante l'avvio un po' stentato, dovrebbe far diventare l'occhialeria bellunese sinonimo dell'occhiale raffinato e di qualità in tutto il mondo.
(Fonte: Il Gazzettino)


