Vai al contenuto principale
keyboard_return Invio

Luce, vista e fotocromatismo

Luce, vista e fotocromatismo

Un momento della presentazione della monografiaTransitions Optical ha presentato a Venezia una monografia sugli ultimi risultati in nuova area della ricerca clinica, ovvero della correlazione che esiste tra visione e qualità della vita.

Il testo 'Light, Sight, and Photochromics' è stato scritto da Susan Stenson, professoressa di oculistica presso la New York University School of Medecine. La Stenson ha una lunga esperienza di ricerca sul fotocromatismo, che l'ha portata a pubblicare lavori per la Contact Lens Association of Ophthalmology ed è stata direttrice del Contact Lens and Cornea - External Diseases Services presso la New York University.L'idea che sta alla base di tutta la monografia è lo studio dell'interazione tra la luce e tutto ciò che si percepisce e come i vari trattamenti delle lenti per occhiali possono ottimizzare questo rapporto.

Fino a ora non c'era mai stato alcun professionista della visione che si era occupato di correlare tra di loro questi due aspetti che, se considerati attentamente, possono soddisfare al meglio le necessità dell'ametrope. Due sono i punti fondamentali del lavoro:
- correlazione tra luce e tutto ciò che si percepisce. Viene discussa la relazione che esiste tra luce e gli effetti dannosi della radiazione UV. Come proteggere gli occhi dagli UV. La scelta delle lenti. I vantaggi e gli svantaggi della scelta;
- sensibilità al contrasto e resistenza all'abbagliamento. Queste due caratteristiche non sono rilevate appieno dal test di Snellen, ma giocano un ruolo estremamente importante se si considera il rapporto tra visione e qualità della vita. Per fare sì che quest'ultimo rapporto sia mantenuto al meglio si deve prendere in considerazione la protezione dell'occhio nel tempo.

La professoressa Stenson ha inoltre effettuato una ricerca sulle lenti Next Generation di Transitions. È stato scelto questo tipo di lente perché la trasmittanza della lente fotocromatica è paragonabile a una lente bianca all'interno di un locale chiuso. Sono stati studiati degli ametropi con il metodo del doppio cieco. I partecipanti alla ricerca hanno portato per un periodo di 30 giorni prima lenti bianche normali e poi Next Generation Transitions.

Alla fine del periodo di uso sono stati chiamati a rispondere a un questionario in cinque punti:
- comfort visivo in condizioni di luce all'aperto tale da produrre abbagliamento e nel passaggio da una condizione di illuminazione all'altra;
- vita di tutti i giorni (facilità di svolgere le normali attività giornaliere sia in locali chiusi che all'aperto e l'impressione che si aveva passando da un ambiente all'altro);
- impressioni riportate (sintomi di affaticamento visivo associati all'abbagliamento);
- caratteristiche (osservazioni sul rendimento della lente in relazione alle specifiche caratteristiche della stessa);
- soddisfazione (riferita sia ad alcune caratteristiche specifiche della lente sia nella sua totalità).

I risultati hanno evidenziato che gli ametropi hanno avuto un significativo miglioramento con le Transitions Lens nel comfort visivo soprattutto all'aperto, mentre nei locali chiusi il rendimento è stato uguale alla lente bianca.

La lente Transitions si è mostrata superiore alla lente bianca in:
- riduzione dei fastidi oculari (lacrimazione e bruciore);
- soddisfazione generale della lente;
- riduzione dei fastidi e perdita di rendimento visivo a causa dell'abbagliamento;
- passaggio dall'ambiente interno all'esterno;
- adattamento alle differenti condizioni di illuminazione;
- facilità nello svolgere attività all'aperto.

Inoltre, quattro su cinque ametropi hanno preferito il comfort delle lenti Transitions rispetto alle lenti bianche normali. Questo tipo di filtro fornisce una protezione al 100% contro gli UVA, UVB, luce blu, IR.

Indietro