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Nel bellunese continua il dibattito sul futuro dell'occhialeria

Continua il dibattito sul futuro dell'occhialeria bellunese. Questa volta ad esprimere la propria opinione sono alcuni imprenditori riuniti sotto l'insegna della Cm Centro Cadore, i quali senza negare che 'la crisi esiste, eccome, e non può essere considerata congiunturale bensì strutturale', si dimostrano tutt'altro che rassegnati. «Basta con i "de profundis" recitati in suffragio dell'occhialeria anche cadorina: molte delle nostre realtà aziendali non solo sono tuttora vive e vegete, ma intendono fermamente lavorare per superare il vento di crisi che pur spira sul settore».

«Al contrario del motto "ognuno per sé" che tutti pensano sia quello che ispira gli addetti del comparto in Cadore», affermano, «intendiamo ricompattarci e cercare insieme soluzioni, piuttosto che prepararci a chiudere "atterrando sul morbido" grazie ai contributi pubblici». «C'è sì la cassa integrazione', rivendicano i titolari di azienda, 'ma c'è anche chi sta continuando a lavorare e guarda al futuro: certo, le difficoltà del settore non si combattono pronunciando sentenze affrettate e cedendo a pessimismo e fatalismo».Anche perché il fatalismo ormai imperante sull'argomento non solo colpisce la popolazione, ma gli stessi ambiti finanziari e bancari. "E' necessario darci una scossa e battere un colpo in vista di un rilancio; altro che contributi pubblici per andare a chiudere le nostre attività...".

'Si tratta di un'ooccasione storica', afferma il presidente Flaminio De Deppo, «per riflettere sulla reale situazione della nostra imprenditoria, che esprime fenomeni di difficoltà ma pure di eccellenza, e per di più può contare su una grande storia alle sue spalle. Dobbiamo compiere tutti insieme un salto di qualità, anche in vista della creazione di posti di lavoro di più alto livello, ed ognuno giocando il proprio ruolo. L'obiettivo è quello di realizzare un progetto politico in favore dell'occhialeria, e non di affossarla come sembra invece volere fare qualcuno». Nel concreto, «è il momento di creare un tavolo che si ispiri ai Patti di Concertazione e Territoriale e che servirà innanzitutto a fotografare in modo veritiero la nostra realtà dell'occhiale, e di conseguenza a redigere un progetto esecutivo in grado di suggerire nuove prospettive di sviluppo».

Entro la fine del mese è già convocato un incontro che vedrà coinvolti sul tema sistema finanziario (che va direttamente coinvolto) associazioni di categoria, sindacati, Assindustria, Appia, Unione Artigiani, la stessa Cm e i Comuni già firmatari del Patto. «La questione», secondo Da Deppo, «va letta in un'ottica di valorizzazione, piuttosto che di ridimensionamento: l'imprenditoria che opera sul territorio oggi come ieri si dimostra anche capace e dinamica, perché buttarla via in toto assieme alle sue preziose risorse?»

Si dice invece pessimista Osvaldo De Lorenzo, titolare di un'azienda che produce occhiali dal 1969, la Piloni di Pieve di Cadore. De Lorenzo, a seguito della proposta del presidente della Provincia, Oscar De Bona, che ha chiesto dei finanziamenti per quelle grandi aziende che rinunciassero a acquistare componenti dai paesi dell'Est e del far east a favore delle aziende bellunesi, ha inviato una lettera alla Regione, alla provincia e ai presidenti di Sipao e Anfao.

La crisi dell'occhialeria, dice l'imprenditore, non riguarda solo i terzisti. 'Tutte le piccole imprese che producono occhiali cosa dovrebbero fare? Non hanno il diritto di essere aiutate?' si chiede. De Lorenzo dichiara di non riuscire a intravedere nessuna schiarita, gli ultimi dati sull'occupazione sembrano dargli ragione: nel primo semestre di quest'anno le assunzioni del settore sono diminuite del 31,19% rispetto allo stesso periodo 2002 nell'intera provincia di Belluno. Anche una riconversione gli pare difficile, perché le professionalità acquisite riguardano la produzione di occhiali, ma soprattutto perché gli altri settori (lasciando da parte il turismo) non offrono maggiori garanzie.

«Se vedessi delle prospettive nella produzione di neve artificiale dice De Lorenzo comincerei anche in piena estate, ma dobbiamo essere realisti. Io posso anche decidere di non produrre più occhiali, ma articoli di bigiotteria. Ma sono sicuro che le cose andrebbero meglio? Chi ha tentato la strada dei cinturini per orologio ha accumulato soltanto debiti, perché è andato a produrre articoli con un piccolo margine di guadagno».

(Fonti: Corriere delle Alpi - Il Gazzettino)

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