Rapporto Ue sulla contraffazione
Secondo un rapporto dei servizi dell'esecutivo di Bruxelles deputati alla Fiscalità e alle attività dell'unione doganale dell'Unione Europea, i prodotti della moda italiana sono tra i più contraffatti.
Fra il 1998 e il 2001 il numero di articoli dal marchio contraffatti sequestrati alle dogane dell'Ue è cresciuto da 10 a più di 100 milioni l'anno. E le cifre sul primo trimestre del 2003 mostrano ancora aumenti importanti.
Nel 2001 profumi e cosmetici di Armani sono stati i secondi più contraffatti in Europa (11% del settore), preceduti dai prodotti Chanel, e seguiti da quelli di Dior. Gucci, invece, è il terzo più copiato in borse e occhiali. Primo, Louis Vuitton.
Quest'industria illegale frutta 250 miliardi di euro l'anno (il 5-7% del commercio mondiale), e secondo la Commissione avrebbe distrutto 200 mila posti di lavoro in Europa. Quanto ai Paesi di origine o di provenienza dei prodotti contraffati, in base al rapporto dei servizi doganali dell'Ue sul 2001, a sorpresa al primo posto troviamo la Thailandia, con il 23% dei beni sequestrati, in prevalenza abiti sportivi, prêt-à-porter e bigiotteria.
Segue al secondo posto la Repubblica Popolare Cinese (18% dei sequestri, soprattutto giocattoli, borse e occhiali) e poi Turchia, Hong Kong, Repubblica Ceca, Taiwan. Gli Stati Uniti sono il solo Paese industriale in classifica: settimo esportatore di falsi verso l'Ue (anche grazie ai porti di transito dall'America Latina), primo falsario verso la Grecia, secondo per la Spagna, primo per l'Italia davanti a Cina e Ucraina nella bigiotteria.
Alle dogane italiane, comunque, è stato fermato solo il 6% dei beni abusivi raccolti nell'Ue. Più colpite la Francia (22%), la Spagna (11%) e la Germania (15%).
I grandi esportatori nel nostro Paese di prodotti contraffatti sono i cinesi (26%), seguiti dai thailandesi (19%) e dai bulgari, che si stanno 'specializzando' nella contraffazione dell'abbigliamento sportivo.
(Fonte: Il Corriere della Sera)


