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Restituire la vista con le cellule staminali, l'Italia al primo posto

Restituire la vista con le cellule staminali, l'Italia al primo posto

Saranno presentati a Bionova, la mostra delle biotecnologie e della bioingegneria in programma dal 4 al 6 giugno alla Fiera di Padova, i dati relativi alla tecnica sviluppata dal Centro Regionale del Veneto per la ricostruzione con cellule staminali del tessuto che riveste la cornea. Dati che parlano chiaro: l'Italia è il paese più avanzato al mondo in questo campo, visto che sono almeno 70 le persone che hanno subito questo tipo di intervento, con un successo pari all'85% dei casi. Nel corso della rassegna saranno presentati i casi in cui l'impiego clinico delle cellule staminali ha risolto patologie gravissime, finora considerate irreversibili.

Responsabile scientifico del progetto è Graziella Pellegrini, mentre il primo in assoluto al mondo a eseguire questo intervento è stato Carlo Traverso, di Genova, in collaborazione con il direttore scientifico della Fondazione Banca degli Occhi e Responsabile del Centro Regionale Veneto per la ricerca sulle cellule staminali Michele De Luca. La tecnica chirurgica è stata poi perfezionata e applicata su molti pazienti da Paolo Rama, medico mestrino che da tempo opera al San Raffaele di Milano, e da Alessandro Lambiase, del Campus Biomedico di Roma.

Alla base di questa tecnica ci sono le conoscenze sviluppate nella ricostruzione della pelle con cellule staminali. Si applica nei casi in cui, soprattutto a causa di ustioni da agenti chimici, venga lesionato l'epitelio, il tessuto che riveste la cornea e da cui dipende la capacità visiva dell'occhio. In questi casi il trapianto di cornea non è sufficiente a sanare il danno; quando avvengono queste lesioni, l'epitelio congiuntivale, che costituisce la parte visibile bianca dell'occhio, prende il sopravvento. Quello che in termini clinici si chiama «pannus» (sorta di panno bianco) copre tutto il bulbo e l'occhio diventa cieco. Ma l'epitelio corneale contiene staminali: sono concentrate nel Limbus, la corona di cellule che circonda la cornea.

Prelevando dall'occhio sano minime quantità di cellule, i ricercatori sono arrivati a ricostruire un epitelio corneale per l'occhio lesionato. Velocissimo il tempo di riproduzione in laboratorio: prelevata una singola cellula, bastano due settimane per ottenerne un migliaio.

L'intervento è rapido e indolore e nella maggior parte dei casi dev'essere completato dal trapianto di cornea per sostituire anche lo stroma danneggiato. In questo modo, l'occhio già cieco, destinato a essere sostituito con una protesi per esclusive ragioni estetiche, torna alla sua piena funzionalità. Dieci decimi di vista ritrovata, con cellule autologhe senza alcun rischio di rigetto: questo l'esito, con follow-up di sette anni sui primi pazienti operati.

(Fonte: Il Mattino di Padova)

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