Ricerca, nei non vedenti aumenta la memoria verbale
Secondo un nuovo studio apparso sul numero di luglio della rivista statunitense Nature Neuroscience, la corteccia cerebrale dei non vedenti - dato che non è impiegata per interpretare informazioni visive - è in grado di occuparsi maggiormente delle informazioni verbali.'Fondamentalmente lo studio suggerisce che la corteccia visiva può essere utilizzata per operazioni non visive qualora la retina sia affetta da qualche disfunzione sin dalla nascita', dice Ehud Zohary della Hebrew University di Gerusalemme.
Ricerche precedenti avevano dimostrato che la corteccia visiva entrava in funzione durante la lettura di testi scritti in Braille, ma si pensava che rispondesse alla reazione derivante dal tatto che questo tipo di lettura comporta. In base al nuovo studio sembrerebbe invece che la corteccia visiva entri in attività senza bisogno di stimoli sensoriali.
Per questa nuova ricerca 10 persone cieche hanno compiuto esercizi di memoria e di ascolto di parole. Hanno letto testi in carattere Braille, anche privi di significato, per verificare se la loro corteccia cerebrale rispondeva al tatto o alle parole. Per completare l'esperimento sette persone dotate di una vista regolare si sono sottoposte agli stessi test con gli occhi bendati.
Risultato: i ricercatori hanno scoperto che nelle persone prive della vista dalla nascita la corteccia visiva è particolarmente attiva durante le operazioni di memoria verbale. Il neurologo svizzero Robert Spitzer del William Beaumont Hospital di Royal Oak, nel Michigan, ha quindi concluso che ciò dimostrerebbe come "il cervello può essere riprogrammato per svolgere funzioni completamente differenti'.


