Anfao: dati primo semestre 2004
Anche se è prematuro parlare di ripresa, sicuramente il buon andamento del primo semestre del 2004 per il settore dell'occhialeria crea un clima di maggior fiducia per le aziende italiane. È quanto emerge dai dati Anfao resi noti quest'oggi a Parigi nel corso di una conferenza stampa alla quale è seguita la terza edizione della sfilata di occhiali italiani.
Le esportazioni di occhiali da sole, montature e lenti hanno registrato complessivamente un +3,2% rispetto allo stesso periodo del 2003, raggiungendo quota 821 milioni di euro e ritornando sui valori positivi del primo semestre 2002.
La crescita delle esportazioni del settore sui mercati internazionali è riconducibile in particolare all'ottima performance dell'occhiale da sole, che ha guadagnato, nei primi sei mesi dell'anno, un +5,5%, attestandosi a 496 milioni di euro, invertendo così la tendenza rispetto alla pesante flessione registrata nel 2003. Meno significativo, invece, il trend delle montature che, con un positivo +0,2%, a poco più di 300 milioni di euro, può definirsi stabile rispetto allo stesso periodo dello scorso anno.
L'Europa rimane la principale area di sbocco delle nostre esportazioni (con una quota superiore al 50%) e mette a segno un 7,7% in più rispetto al primo semestre dell'anno precedente; molto positiva, fra l'altro, la performance degli occhiali da sole, che registra un +10%. A trainare il mercato europeo sono stati alcuni Paesi, in particolare, la Francia (+20,5% per le montature e +12,6% per gli occhiali da sole) seguita da Grecia, Portogallo e Spagna.
Il secondo mercato di riferimento per l'occhialeria italiana è sicuramente rappresentato dall'area americana, quasi interamente coperta dagli Stati Uniti che, da soli, arrivano ad assorbire il 26% circa di tutte le nostre esportazioni. In questo caso, in tutta l'area americana, l'andamento è rimasto pressoché stabile rispetto al 2003; infatti, a fronte di una buona crescita degli occhiali da sole, di poco inferiore al 10%, si è registrata una contrazione analoga nel segmento delle montature. Tuttavia, se consideriamo che nei primi sei mesi del 2003 la flessione su questo mercato era stata dell'8,5%, con un -16% per l'occhiale da sole, appare evidente come tale risultato sia il segnale di una probabile ripresa della domanda.
L'area asiatica non presenta ancora per il comparto occhiali un mercato di sbocco rilevante, nonostante alcuni paesi come la Cina abbiano interessanti potenzialità per la crescente presenza di fasce di cittadini a reddito medio-alto. La crescita, però, sembra ancora poco significativa, unica eccezione l'export verso Hong Kong che ha registrato un +35%.
Le importazioni si attestano a un +4,3% rispetto allo stesso periodo del 2003 con 224 milioni di euro e interessano principalmente prodotti provenienti per il 60% dall'Asia. Da quest'area le importazioni sono cresciute del 22% rispetto allo stesso periodo del 2003, mentre sono diminuite del 17,6% quelle provenienti dall'Europa.
Anche il confronto dell'andamento dell'occhialeria con gli altri comparti del sistema Moda Italia (abbigliamento, calzature, pelletteria, oreficeria, cosmetica) evidenzia buoni risultati. Il +3,2% del primo semestre del 2004 pone, infatti, l'occhialeria fra i comparti maggiormente trainanti del Made in Italy, insieme a quello dei cosmetici (gli altri settori, invece, segnano flessioni di uno o due punti percentuali).
La situazione registrata a livello mondiale per le esportazioni dell'I-Style si accentua negli Stati Uniti dove gli occhiali italiani (da segnalare il +12% degli occhiali da sole), sono uno dei pochi articoli del Made in Italy in ripresa rispetto al semestre passato.
Nonostante l'incoraggiante performance registrata dal settore nella prima metà dell'anno persistono, tuttavia, notevoli preoccupazioni legate al clima generale dell'economia mondiale. L'instabilità dei mercati internazionali e della domanda interna, l'impennata del prezzo del greggio con le inevitabili conseguenze negative sui prezzi della produzione e di riflesso al consumo, l'ancora penalizzante rapporto euro/dollaro, per finire con la concorrenza asiatica e dei paesi emergenti, devono far riflettere attentamente su come poter mantenere acceso un campanello d'allarme e allo stesso tempo far sì che questo ritrovato andamento positivo non sia solo un episodio sporadico.
Infatti, se le nostre grandi aziende del comparto sono ormai abituate a reagire e fronteggiare con successo concorrenti e mercati nell'economia globale, non bisogna dimenticare che l'occhialeria italiana è costituita anche e soprattutto da piccole e medie imprese, molte delle quali hanno risentito, e stanno ancora soffrendo, pesantemente a causa della crisi dello scorso anno.



