Cdv: convegno 'Gli italiani e gli occhiali da sole'
La collaborazione di primari esponenti del mondo medico e scientifico italiano e internazionale per informare il consumatore sui rischi e i danni che gli occhi possono subire se colpiti da radiazioni ultraviolette: è questo l'impegno della Commissione Difesa Vista, per un progetto che rinnova ogni anno in occasione dell'estate.
Il convegno organizzato oggi a Milano rappresenta il momento culminante tra tutte le iniziative che, dal mese di maggio, sono state sviluppate dalla Cdv per sensibilizzare sul tema della protezione della vista dagli UV: un sondaggio commissionato alla Piepoli & Associati sulle abitudini e le modalità di acquisto degli occhiali da sole, una campagna informativa pianificata sui principali settimanali italiani con Manuela Di Centa, una serie di interventi radio-televisivi in trasmissioni divulgative di carattere medico-scientifico. In più, la partnership con l'Istituto di Biometeorologia del Cnr, il Consiglio Nazionale delle Ricerche, per lo sviluppo di un progetto di ricerca sugli impatti delle radiazioni UV sulla salute visiva.
'Abbiamo voluto operare su più fronti', dichiara Callisto Fedon, Presidente Commissione Difesa Vista, 'avvalendoci del contributo di un panel scientifico che, nello specifico ambito di competenze, potesse lanciare dei messaggi chiari e significativi per educare alla corretta protezione'.
Dal sondaggio realizzato su un campione di 1.000 intervistati rappresentativo della popolazione nazionale, risulta che la maggior parte degli italiani, in particolare i più giovani, conosce solo superficialmente i rischi effettivi di un'esposizione prolungata e non protetta ai raggi UV.
Nella fascia d'età compresa tra i 18 e i 24 anni, il 97% degli intervistati sceglie ancora l'occhiale da sole sulla base di criteri estetici, sottovalutando il fattore di rischio. Del resto anche gli italiani più maturi parlano in modo generico di rischi, indicando per il 34% 'danni alla vista' non specificati, 'indebolimento della vista' (16%) o ancora 'bruciori/arrossamenti' per il 34%; solo il 19% parla correttamente di 'eccesso di esposizione ai raggi UV'.
Ne risulta quindi che, a livello spontaneo, reale fattore di validità dell'intera analisi degli atteggiamenti, la citazione ai raggi UV è la meno presente, del tutto marginale rispetto ad altre risposte più generiche. Uno scenario che diventa ancor più preoccupante perché gli italiani pensano, invece, di sapere già tutto sui rischi, ma di fatto scelgono l'occhiale seguendo ancora parametri estetici, soprattutto i giovani.
A questo problema se ne affianca un altro: il recente studio scientifico condotto da un gruppo di scienziati australiani del Queensland Institute of Medical Research ha evidenziato come l'esposizione degli occhi ai raggi UV concorra alla formazione della cataratta nucleare, la forma più comune di cataratta. Studi precedenti avevano invece dimostrato che gli UV erano responsabili della cataratta corticale, una patologia meno comune. Sempre secondo questo studio, il problema è più frequente tra coloro che sono esposti per molto tempo al sole in giovane età, con un rischio che cresce di 6 volte tra i 20 e i 29 anni. L'utilizzo di occhiali da sole con filtri specifici rappresenta un'importantissima azione preventiva.
'I danni indotti dai raggi ultravioletti sui tessuti oculari', ricorda la professoressa Maria Antonietta Blasi, professore associato presso la Clinica Oculistica dell'Università de L'Aquila, 'possono manifestarsi in maniera acuta, per un eccessivo assorbimento delle radiazioni da parte dei tessuti oculari e, molto più frequentemente, in maniera cronica a causa di una continua esposizione alla luce solare. La superficie oculare, il cristallino e la retina sono le strutture maggiormente suscettibili al danno provocato dalle radiazioni ultraviolette. La cheratocongiuntivite attinica e la maculopatia fototossica sono l'espressione di un danno acuto. Le patologie provocate dall'esposizione cronica, indubbiamente le più diffuse, sono invece rappresentate dalla cheratite attinica e dal carcinoma squamocellulare delle palpebre, da alcune lesioni degenerative della superficie oculare, quali la pinguecola e lo pterigio, da alcune forme neoplastiche congiuntivali, dalla cataratta e dalla degenerazione maculare legata all'età, principale causa di cecità legale nei paesi occidentali. Per prevenire l'insorgenza di tali patologie è necessario l'uso costante di protezioni dai raggi solari (occhiali, berretti, creme ad alto schermo protettivo), particolarmente dannosi in caso di elevata luminosità ambientale'.
Per verificare l'intensità di questi raggi si fa oggi riferimento a un indice (UV Index), universalmente riconosciuto, che descrive il livello delle radiazioni UV sulla superficie terrestre. La scala dei valori parte da zero; maggiore è il valore dell'indice, più intensa è la quantità di radiazione UV che colpisce la superficie terrestre. Sulla base del valore dell'indice si devono adottare misure protettive adeguate, per evitare i rischi dell'esposizione eccessiva al sole di occhi, pelle e sistema immunitario.
'La radiazione ultravioletta (RUV)', spiega il dottor Gaetano Zipoli, dirigente di ricerca presso l'Istituto di Biometeorologia del Cnr, 'è una componente della radiazione che arriva dal sole. Sebbene ne giunga a terra una percentuale assolutamente minoritaria (circa il 4%), la RUV ha notevoli effetti biologici e rappresenta un rilevante elemento di rischio per la salute. La sua pericolosità è accresciuta dal fatto che non viene percepita dai nostri sensi, perché non possiamo vederla né produce altri effetti immediati: la sensazione di calore sulla pelle quando ci esponiamo al sole è dovuta infatti alla componete infrarossa. Per questo non ci rendiamo conto di essere esposti a condizioni di rischio quando, per esempio, il cielo è coperto di nubi alte e sottili che bloccano buona parte della radiazione infrarossa, ma lasciano passare quasi inalterata quella UV'.
'Indossare un generico occhiale da sole per ridurre i fastidi derivanti dall'abbagliamento è già una buona norma di prevenzione' raccomanda il dottor Flavio Paratore, medico oculista del Dipartimento di Oftalmologia e Scienza della Visione dell'Ospedale San Raffaele di Milano, 'ma attenzione, non è sufficiente, poiché è necessario distinguere occhiali con filtri specifici per le varie attività svolte all'aria aperta in città, al mare o in montagna, anche secondo le caratteristiche dell'occhio di ogni singolo individuo. La stessa attenzione devono averla anche i portatori di occhiali da vista, che devono richiedere le stesse caratteristiche di protezione per le proprie lenti correttive'.
Sempre dallo studio australiano è emerso che chi indossa occhiali da vista e sta per molto tempo al sole senza proteggere gli occhi, con occhiali da sole o da vista con apposite colorazioni e trattamenti selettivi a taglio UV, aumenta di 3 volte il rischio di cataratta. Per un acquisto mirato e sicuro è bene, quindi, affidarsi all'esperienza e alla professionalità dell'ottico di fiducia.
'L'ottico optometrista', dichiara Massimo Trevisol, ottico optometrista specializzato in Scienze Visive e Sports Vision, 'è il tecnico professionalmente preparato per consigliare e guidare il cliente nell'acquisto dell'occhiale da sole. Si preoccupa di comprendere le necessità di protezione in base a numerose condizioni, quali le caratteristiche personali, lo stile di vita, le particolarità naturali delle differenti aree geografiche, gli utilizzi specifici. Nella scelta delle lenti solari bisogna poi tenere sempre presente la necessità di un'opportuna gradazione cromatica, per consentire una percezione naturale dell'ambiente. Le lenti polarizzanti, ad esempio, svolgono una funzione ottimale al mare, consentendo di vedere bene anche attraverso i riflessi generati dall'acqua. Anche le caratteristiche di forma e lunghezza anatomica del bulbo oculare, o la presenza di lievi difetti rifrattivi, si ripercuotono sull'opportuna scelta del tipo di lente e relativa colorazione. Un occhiale male-adattato, potrebbe procurare tali disturbi da renderne di fatto impossibile l'utilizzo, in particolare in soggetti delicati come i bambini e gli anziani'.
Attenzione particolare va posta fin dall'infanzia, poiché le malattie degenerative dell'età adulta sono spesso il prodotto di danni cumulativi indotti dai raggi ultravioletti. L'uso degli occhiali da sole e la scelta di lenti da vista con protezioni UV deve dunque diventare una 'forma di cultura' che si sviluppa dalla giovane età per difendere gli organi visivi in fase di formazione.



