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Del Vecchio e la sua successione

Del Vecchio e la sua successione

Sabato 5 giugno Il Corriere della Sera ha pubblicato una lunga intervista rilasciata da Leonardo Del Vecchio, presidente di Luxottica, nella quale il numero uno del gruppo di Agordo ha parlato dell'Italia, dell'euro, del Made in Italy, di Cole National e anche, di nuovo, della sua successione.

'Voglio molto bene ai miei figli: sono sei, il più piccolo ha un anno. Ma non lascerò a nessuno di loro una responsabilità così grande, sarebbe troppo pesante. Per questo sto indirizzando il futuro dell'azienda verso la gestione manageriale. Già oggi c'è una squadra di manager che mi accompagna. I figli maggiori finora hanno accettato le mie scelte. La nostra è una famiglia allargata, ma unita'.

Sulla recente modifica all'offerta per la catena americana Cole National, Del Vecchio ha commentato: 'Prima di cantare vittoria dobbiamo aspettare il parere dell'Antitrust Usa. Abbiamo messo in conto di cedere una quota di negozi. Gli avvocati sono ottimisti: ci auguriamo di avere il via libera entro la fine dell'anno. Dall'approvazione ufficiale degli azionisti e fino a quel momento pagheremo in contanti un interesse annuo del 4% sul prezzo offerto di 22,5 dollari ad azione. Quanto a Moulin', ha aggiunto Del Vecchio, 'le banche hanno giocato un ruolo fondamentale: quando hanno avuto accesso ai dati, si sono resi conto della situazione e non hanno voluto finanziare l'operazione'.

Commentando la forza dell'euro rispetto al dollaro, Del Vecchio ha spiegato: 'Nel 2003 ha pesato parecchio sul bilancio, soprattutto per noi che produciamo in Europa e vendiamo in Usa. Ma quest'anno recuperiamo oltre la metà del danno e nel 2005 non avremo più problemi. È vero, però, che abbiamo accelerato l'acquisizione di Cole grazie all'euro forte'.

Qualche preoccupazione, invece, Del Vecchio l'ha espressa per il prezzo del petrolio: 'è uno dei rischi maggiori per la ripresa, che si aggiunge a guerra e terrorismo. Ma sono ottimista di natura e spero che nei prossimi mesi le quotazioni tornino ragionevoli'.

Sul nostro paese e sul Made in Italy, poi, Del Vecchio ha le idee chiare. 'Gli italiani dovrebbero smetterla di lamentarsi e amare di più questo paese. [...] Si parla sempre di un'Italia in declino, che perde competitività', ma 'in quasi tutti i settori, dalla meccanica al design all'impiantistica, siamo ai primi cinque posti nel mondo'. Il Made in Italy, però 'da solo non è più sufficiente. Non basta vendere prodotti, ma occorre servizio post vendita, servono investimenti in pubblicità, in ricerca, c'è bisogno di innovazione continua'.

Per questo, secondo Del Vecchio, anche se 'tagliare le imposte è difficile senza una contemporanea riduzione della spesa', 'bisognerebbe almeno detassare gli investimenti in ricerca, senza penalizzare i servizi ai cittadini. Chiaro, il bilancio pubblico è quello che è e il tetto del 3% al deficit blocca un po' lo sviluppo. Le regole servono, ma talvolta bloccano la crescita'.

Infine, alla richiesta di commentare la nomina di Luca Cordero di Montezemolo alla Presidenza di Confindustria, Del Vecchio ha risposto: 'cose da fare ce ne sono molte, ma la Confindustria è nelle mani giuste: faranno bene, sono ottimista'.

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