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Lenti prismatiche per il visual training del Milan

Lenti prismatiche per il visual training del Milan

Kakà'Lenti prismatiche gemellate e non, portate dal calciatore nel corso di alcuni esercizi di visual training, potenziano le sue abilità visive ottimizzando il coordinamento occhio-piede e rendendo più veloce il tempo di scatto': lo ha detto Massimo Trevisol, ottico optometrista responsabile del laboratorio optometrico e scienze visive Milan Lab, durante la sua relazione al 30° Congresso dell'Albo degli Optometristi.

Il calciatore del Milan durante la preparazione, viene visto nella sua completezza di essere umano. Si dà importanza al potenziamento muscolare, al rafforzamento della capacità respiratoria al suo benessere psichico e al buon funzionamento degli organi interni.

La vista, naturalmente, è in primo piano: è importante, quando si è in campo, focalizzare l'attenzione su un punto specifico, senza perdere la visione periferica, tutto quello che in questo caso sta intorno al pallone e che viene registrato, guardato e non visto, dall'occhio. Questo si ottiene sviluppando il più possibile la capacità di seguire oggetti in movimento, che cambiano di velocità e di direzione repentinamente senza, appunto, 'dimenticarsi' di quanto avviene nella zona periferica nella visione.

L'esercizio che viene eseguito per potenziare questa capacità consiste nel mettere a fuoco oggetti piccoli e molto ravvicinati per poi focalizzarli in un campo di visione molto allargato. Si ovvia così a quello che risulta il gap di molti sportivi.

I calciatori, infatti, in maggioranza si possono dividere in due categorie: quelli che focalizzano la loro attenzione sul pallone, e perdono di vista il campo nella sua globalità, e quelli che, invece, hanno una visione troppo ampia, guardano quanto avviene intorno al pallone dimenticandosi dell'obiettivo centrale, il pallone appunto.

Per ovviare a questo inconveniente, negli esercizi di visual training del Milan Lab le lenti prismatiche rendono difficile al giocatore vedere quello che succede in campo nella sua totalità: la difficoltà lo esercita a utilizzare tutte le connessioni fra i suoi neuroni e tutte quelle che traducono l'impulso nervoso in un movimento. Si velocizza, quindi, la risposta motoria, lo scatto, il calcio conseguente a uno stimolo visivo che viene letto nella completezza del suo messaggio.

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