Alessandro Biffi intervistato da La Padania
Alessandro Biffi, presidente di Federorafi e della neonata Fiamp, Federazione che riunisce le aziende della pelletteria, delle calzature, dell'occhialeria e gli orafi, intervistato da La Padania ha espresso il suo parere sul problema dell'invasione dei prodotti cinesi.
'Se un prodotto cinese arriva qui a 4 lire, anche se ci mettiamo un dazio del 10 o del 20%, resta sempre estremamente economico. Non è che così gli togliamo la concorrenzialità', ha detto Biffi, che ha aggiunto: 'Dobbiamo rimettere dei limiti a delle quantità. Non li chiamerei più dazi ma li definirei come una serie di provvedimenti utili a contingentare le quantità importate'.
'Noi in questo momento abbiamo il problema della reciprocità. Esportando 3/4 della nostra produzione lei può immaginare con quanta attenzione possiamo guardare al mercato cinese. Quello che chiediamo e di poter andare in Cina con le stesse regole con le quali il cinese viene da noi. Quindi con la massima libertà e pagando un 2,5% di dazio'. Invece, ha spiegato Biffi, 'noi, tra il dazio, le imposte di consumo e così via, paghiamo qualcosa che va dal 55% al 60%. Non parlando poi del fatto che ci sono delle licenze di importazione ristrette e contingentate che fanno sì che per entrare nel loro mercato si sia costretti a passare sotto certe forche caudine. Al momento attuale, quindi, la Cina non è un'opportunità, ma un lusso solo per pochi'.
Esprimendo poi la sua preoccupazione riguardo alla contraffazione, Biffi ha commentato: 'Il grosso problema è che non stanno facendo contraffazione sulle marche, ma stanno contraffacendo il made in Italy, Stanno facendo un'esportazione nei paesi di riferimento marchiando il prodotto Italy e visto che il nostro è un prodotto che viene apprezzato, perché riconosciuto all'origine, questo diventa molto pericoloso perché lo fanno anche su un prodotto di bassissimo valore aggiunto'.
Quindi, secondo Biffi, bisogna varare delle 'norme con dei seri controlli, ma soprattutto è necessaria la promozione del made in Italy con delle azioni atte a far sì che la gente sappia che cos'è un prodotto italiano. Che lo sappia apprezzare. Che all'interno delle filiere ci sia molto più attaccamento. Cercando di fare sistema tutti insieme, anche se come imprenditori rappresentiamo categorie diverse'.



