Vai al contenuto principale
keyboard_return Invio

Nuove acquisizioni del Cnr sull'esposizione alla radiazione ultravioletta

Nuove acquisizioni del Cnr sull'esposizione alla radiazione ultravioletta

La radiazione solare nella banda dell'ultravioletto (UV), in modo particolare quella nelle bande B (280-320 nm) e A (320-400 nm) è riconosciuta come uno dei principali fattori potenziali di rischio per la salute umana e in particolare per l'occhio.

Com'è ormai noto sono state individuate alcune condizioni in cui, alle nostre latitudini, la radiazione UV può superare livelli di sicurezza: le ore centrali del giorno dei mesi estivi e primaverili (quando per l'alta elevazione del sole in cielo il percorso dei raggi verso terra è più breve); l'alta quota (per gli stessi motivi); condizioni di cielo sereno.

È noto anche che non solo in queste condizioni possono aversi esposizioni a rischio: in presenza anche di certi tipi di copertura nuvolosa arriva comunque a terra una quantità di UV molto maggiore di quanto non possiamo percepire affidandoci ai nostri sensi.

Le ricerche, però, hanno fin'ora risentito di un prevalente approccio di tipo strettamente meteorologico e di conseguenza si è preso come riferimento l'irradianza sulla superficie di riferimento, ossia quella orizzontale.

Volendo applicare le conoscenze disponibili alla salvaguardia della salute umana, e nel caso specifico della vista, l'Istituto di Biometeorologia del Cnr ha avviato, in collaborazione con Commissione Difesa Vista nell'ambito del 'Progetto Sole', delle indagini indirizzate a caratterizzare la quantità di radiazione UV biologicamente efficace anche su superfici verticali, che almeno come prima approssimazione possono essere prese come riferimento per la faccia di una persona in posizione eretta. Ciò implica non solo riconsiderare tutti gli aspetti della geometria sole-superficie, ma, anche, prendere in considerazione il contributo dall'ambiente circostante non più trascurabile.

I risultati ottenuti oltre a confermare, quantificandole, alcune acquisizioni relative all'effetto su superfici orizzontali dell'angolo solare, delle condizioni di trasparenza atmosferica e della quota, hanno permesso, per esempio, di quantificare il peso della componente della radiazione riflessa dal suolo e dall'ambiente circostante. Nel caso di suolo innevato circa l'80% della radiazione UV incidente può essere riflessa apportando significativi contributi di radiazione su superfici non orizzontali. Valori anche maggiori si ottengono per la banda del blu.

Soprattutto a ragione di ciò, i rilievi effettuati sulle superfici verticali hanno mostrato a marzo (sulla neve) valori notevolmente più alti che in estate (su sabbia o prato). Pertanto in determinate condizioni, anche in stagioni caratterizzate da livelli di radiazione solare incidente bassa o moderata, la radiazione ultravioletta che può raggiungere l'uomo può rappresentare un serio pericolo per la sua salute e per i suoi occhi.

Questa considerazione è tanto più importante se si tiene in considerazione che generalmente i sistemi di previsione e di misura della radiazione UV sono riferiti a superfici orizzontali (che pertanto trascurano eventuali fenomeni di riflessione). Estremizzando, su determinati tipi di suolo, anche la sola componente riflessa (per es. con il sole alle spalle o sotto a un ombrellone) può essere sufficiente a determinare alti valori della radiazione UV che possono raggiungere gli occhi.

Infatti, dallo studio dell'efficienza di un ombrellone da spiaggia nel ridurre la radiazione incidente è emerso come questo blocchi circa il 90% della radiazione incidente su una superficie orizzontale sottostante, tuttavia nel caso di superfici verticali tale efficienza può scendere fino al 40% (sia nel caso di suolo circostante innevato che sabbioso) e pertanto anche in condizioni di ombra, soprattutto per particolari angoli solari e caratteristiche del suolo si possono raggiungere valori di radiazione UV pericolosi per la salute.

Non solo: gran parte dei danni legati alla radiazione ultravioletta sono da considerarsi cumulabili, pertanto prolungate esposizioni a radiazione UV anche di bassa o moderata intensità richiedono opportune precauzioni, tra le quali, con riferimento agli occhi, l'uso degli occhiali da sole.

Indietro