Cina: accordo anticontraffazione negozianti-griffe
Peter Mandelson, commissario UE al commercio, e Ma Xiuhang, viceministro cinese al commercio, hanno presenziato alla firma del protocollo d'intesa siglato tra i titolari dei marchi di lusso europei della moda e dello sport e i proprietari di negozi al dettaglio di Pechino.
'La protezione della proprietà intellettuale va al cuore delle nostre relazioni economiche', ha spiegato Mandelson, per il quale l'accordo 'ricopre un grande significato e dovrebbe costituire un importante passo per conservare la fiducia in questi mercati. Spero', ha aggiunto il commissario, 'che su queste basi si possano fare altri progressi'.
Secondo l'intesa, un commerciante che vende prodotti contraffatti sarà punito, la prima volta, con la sospensione temporanea dall'attività e nel caso del ripetersi della violazione sarà addirittura espulso dalla professione. I proprietari del commercio al dettaglio di Pechino inoltre si impegnano al rispetto di un'altra serie di standard che stabiliscono obblighi per i venditori a rispettare i diritti della proprietà intellettuale.
L'iniziativa segue la sentenza (gennaio 2006) dell'Alta corte del popolo di Pechino, che ha dato ragione ai marchi europei Burberry, Chanel, Gucci, Louis Vuitton e Prada dopo che questi avevano fatto ricorso contro la catena Silk Street Market. Secondo i giudici cinesi 'i proprietari dei grandi magazzini hanno la responsabilità di prendere misure efficaci e tempestive contro i singoli negozianti una volta che le violazioni sono state rese note'.
Nel frattempo l'agenzia Xinhua ha reso noto che un altro marchio europeo, Lacoste, ha fatto causa al Mercato della seta di Pechino, dove vengono vendute magliette contraffatte con il logo del coccodrillo. Il marchio francese chiede che la società che gestisce il mercato, la Pechino Xiushui Haosen Clothing Company, e i commercianti che hanno in gestione i locali del vicolo, versino 100.000 yuan, pari a 12.500 dollari, per abuso del marchio.
(Fonti: Il Sole 24 Ore, Agi)



