"Occhiali e Dintorni" - Storie straordinarie di invenzioni rivoluzionarie
Il Cavaliere del Lavoro Vittorio Tabacchi, Presidente del Museo dell'Occhiale, ha ripercorso brevemente stamattina, durante la conferenza stampa tenutasi a Palazzo Balbi a Venezia, la storia degli occhiali dalle sue origini per presentare il nuovo libro “Occhiali e Dintorni”. “Nel 1300, alla voce “Cristalleri” dei Capitolari delle Arti Veneziane, pubblicati nel 1284, venne introdotta una voce specifica riguardante le lenti degli occhiali, “roidi da ogli”, come venivano chiamate allora. Una prova determinante per l’attribuzione dell’invenzione degli occhiali all’Italia e soprattutto a Venezia, avvantaggiata in questa sfida produttiva da una spiccata attitudine all’eccellenza nella lavorazione del vetro" ha raccontato ai presenti il Cavaliere del Lavoro Vittorio Tabacchi. "Tra l’altro, come spesso accade, ci sono molte similitudini tra il passato e il presente. Un fatto curioso e storicamente provato è che la produzione di vetro fu trasferita alla fine del XIII secolo dalla città lagunare all’isola di Murano, ufficialmente per questioni di sicurezza, in realtà per contrastare il fenomeno della contraffazione che già allora rappresentava un serio problema, ma anche per tutelare l’invenzione delle lenti. La prima rappresentazione degli occhiali è invece riconducibile al ritratto del cardinale Ugo di Provenza che fa parte di un ciclo pittorico eseguito nel 1352 da Tommaso da Modena e che si trova nel capitolo della chiesa di S. Nicolò a Treviso. Parto da così lontano nel tempo per dimostrare il ruolo fondamentale che ha sempre avuto questa regione nella nascita e nell’evoluzione di una delle filiere d’eccellenza del Made in Italy”. “Gli occhiali hanno infatti contribuito a diffondere il nostro stile inconfondibile in tutto il mondo, partendo proprio dal loro “cuore” produttivo, situato nel Cadore” ha spiegato Vittorio Tabacchi. “Un comprensorio, incastonato tra le Dolomiti, che ha raccolto questa importante eredità culturale veneziana, facendo tesoro degli insegnamenti del passato per tradurli in strategie future, grazie a una straordinaria capacità imprenditoriale e a una forte identità territoriale. Non è un caso quindi che la memoria e lo spirito di questa invenzione epocale siano gelosamente custoditi proprio a Pieve di Cadore, in provincia di Belluno, nell’unico Museo nazionale dedicato agli occhiali. Un museo che si trova accanto alla casa natale del pittore Tiziano Vecelllio, inserito così in un contesto che riflette come in un microcosmo sia la bellezza geografica sia la ricchezza culturale e storica che da sempre contraddistinguono il nostro paese. Oltre 4000 pezzi, dal XV secolo ai giorni nostri, confluiti nel Museo da collezioni e donazioni provenienti da tutta Europa, sono esposti a rotazione all’interno di una struttura architettonica moderna e luminosa, allestita anche dall’architetto Alessandro Mendini. Oggetti fondamentali per approfondire e studiare alcuni aspetti importanti della storia del costume, della moda e del design”. “Come è spiegato puntualmente nel sottotitolo” - ha illustrato il Cavaliere del Lavoro Tabacchi - “il libro “Occhiali e dintorni”, scritto dalla giornalista Alessandra Albarello e pubblicato da Fabiano Editore, racconta le “storie straordinarie di invenzioni rivoluzionarie”, anche se il testo cede spesso e volentieri il passo alle immagini della collezione del museo che, oltre agli occhiali, comprende un vasto e affascinante universo di oggetti legati alla vista. Un racconto quindi soprattutto visivo che si snoda attraverso un percorso non solo cronologico, offrendo molteplici sfaccettature e chiavi di lettura, talvolta trasversali e insolite. Come è insolita ed eterogenea la collezione del museo che spazia dai primi modelli ad arco, a snodo e a perno all’autoritratto con occhiali di Michelangelo Pistoletto degli anni 70; dagli eleganti fassamani agli ex voto dedicati a Santa Lucia; dai preziosi binocoli da teatro ai primi occhi artificiali; dalle variopinte insegne ottocentesche dei negozi di ottica agli occhiali a scacchi bianchi e neri ispirati all’Optical Art. Nel libro non mancano poi i riferimenti a preziosi o curiosi pezzi da collezionismo: una wunderkammer virtuale dove spesso nulla è come appare. Cannocchiali, boccette di profumo, tabacchiere e nécessaire si trasformano in cannocchiali, i ventagli e i bastoni da passeggio in fassamani e, a loro volta, i fassamani in orologi o cornetti acustici… Anche se così diversi tra loro, nel libro “Occhiali e dintorni” c’è un sottile fil rouge che lega tutti questi oggetti e che si esprime attraverso elementi costruttivi che ritornano nel tempo, un’ispirazione che trae continuamente energia dal passato, avvicinando idealmente epoche, mode e stili diversi. Ed è proprio quel confronto continuo con la tradizione e il passato che permette di scrivere il presente e di immaginare il futuro di questo settore”. Stamattina a Venezia il Cavaliere del Lavoro Vittorio Tabacchi ha presentato il nuovo libro del Museo dell'Occhiale



