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L’allarme di Confindustria Moda sulla contraffazione dei prodotti fashion del Made in Italy.

L’allarme di Confindustria Moda sulla contraffazione dei prodotti fashion del Made in Italy.

Confindustria Moda, la Federazione Italiana di Tessile, Moda e Accessorio, in collaborazione con il Ministero dello Sviluppo Economico, in occasione della 5a edizione della Settimana Anticontraffazione, ha lanciato un grido d’allarme contro il fenomeno della contraffazione attraverso l’evento digitale “L’impatto della contraffazione sul settore moda: le esigenze del mondo delle imprese e la risposta delle istituzioni”.

I dati

Secondo i dati OCSE, il valore del commercio mondiale di prodotti italiani contraffatti dei settori Tessile, Moda e Accessorio, ammonta a 5.2 miliardi di euro. Il mercato nero dei prodotti del Fashion Made in Italy è una piaga per l’economia italiana, che causa alle aziende manifatturiere italiane 1.3 miliardi di euro di danni per le mancate vendite e 1.4 miliardi ai consumatori per il costo da questi pagato ingiustamente nella convinzione di acquistare un prodotto autentico.

Non solo, oltre ai danni diretti la contraffazione genera un impatto negativo indiretto in termini di riciclaggio di denaro, evasione fiscale, sfruttamento del lavoro illegale e sostenibilità ambientale delle produzioni.

Il fenomeno genera grandi profitti per le organizzazioni criminali, a fonte di bassi rischi imprenditoriali e penali, che vengono poi utilizzati per sostenere altre attività illecite, legate anche allo sfruttamento delle opportunità commerciali dovute alla pandemia COVID 19.

In questi anni si è inasprita la lotta alla contraffazione, passando dai 26 milioni di articoli sequestrati nel 2016 agli oltre 52 nel 2018. Dei sequestri effettuati il 25.4% riguarda articoli del settore Abbigliamento, il 34.2% di Accessorio, il 16% Calzaturiero, il 7.3% Gioielleria e il 3.3% Occhialeria.

Il commento di Cirillo Marcolin, Presidente di Confindustria Moda

“Il fenomeno della contraffazione è una vera piaga per il nostro settore e un danno per il tessuto economico di tutto il Paese. In questi anni si sono fatti importanti passi avanti nella lotta a questo problema, ma ancora molto rimane da fare. Il danno della violazione dei diritti di proprietà intellettuale troppo spesso non viene percepito come un reato: è importante sensibilizzare l’opinione pubblica a riguardo, per questo come Confindustria Moda lanciamo lo slogan La lotta alla contraffazione parte anche da te!”.

La contraffazione nel settore dell’occhialeria

È stato calcolato che, tra i beni sequestrati all’interno del mercato UE o alle frontiere dell’Unione Europea, gli occhiali costituiscano una fetta pari ad un valore compreso tra l’1,3% e l’1,5% e che il valore stimato di tali prodotti sia compreso tra il 6,2 e il 6,7%. Tre le tipologie di contraffazione più frequenti: quelle legate al design (riproduzione più o meno pedissequa del modello di occhiali), la contraffazione del marchio aziendale e quella del marchio CE, il Marchio di Conformità Europea, che garantisce la rispondenza del prodotto a tutte le disposizioni della Comunità Europea. L’impatto di tale ultimo tipo di violazione, oltre che sulle imprese produttrici, grava enormemente anche sulla salute dei consumatori.

“La contraffazione nel nostro settore – spiega il Presidente di ANFAO (Associazione Nazionale Fabbricanti Articoli Ottici) Giovanni Vitaloni - oltre ad avere conseguenze negative su tutto il sistema, è anche molto pericolosa perché l’occhiale non è un accessorio come gli altri: prima di tutto è un dispositivo medico (occhiale da vista) o di protezione individuale (dai raggi UV, occhiale da sole). La falsificazione comporta il rischio che non vengano rispettati tutti i requisiti tecnici essenziali ad assolvere a tali scopi, con la pesante conseguenza per l’utilizzatore di incorrere in patologie anche gravi come la maculopatia e la cataratta”. Acquistare occhiali contraffatti è quindi un rischio tutt’altro che banale, in grado di mettere a repentaglio la salute delle persone oltre che una perdita economica, come indicato dall’OCSE, per tutti quei consumatori italiani che hanno sostenuto costi nella convinzione di acquistare un prodotto non contraffatto.

“Per questo motivo – conclude Vitaloni – siamo sempre molto attivi in questo senso e chiediamo di non abbassare mai la guardia. Riteniamo che le istituzioni competenti debbano essere ancora più incisive nel controllo sul territorio contro i rivenditori abusivi, ricordando che l’unico canale di vendita che garantisce sicurezza, e quindi tutela la nostra salute, è quello ufficiale”.

All’evento hanno partecipato anche i Presidenti delle associazioni che compongono la Confindustria Moda: SMI (Sistema Moda Italia), Assopellettieri, AIP (Associazione Italiana Pellicceria), ANFAO (Associazione Nazionale Fabbricanti Articoli Ottici), Assocalzaturifici, Federorafi (Federazione Nazionale Orafi Argentieri Gioiellieri Fabbricanti) e UNIC – Concerie Italiane.

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