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Made in Italy: cosa prevede il nuovo disegno di legge

Made in Italy: cosa prevede il nuovo disegno di legge

Il Consiglio dei Ministri ha approvato un disegno di legge volto all’introduzione di disposizioni per la valorizzazione, la promozione e la tutela del Made in Italy. Secondo quanto comunicato ufficialmente dal Governo italiano, “le nuove norme intervengono al fine di sostenere lo sviluppo delle produzioni nazionali d’eccellenza e promuovere la tutela e la conoscenza delle bellezze naturali, del patrimonio culturale e delle radici culturali nazionali, in Italia e all’estero, alla valorizzazione dei mestieri e al sostegno dei giovani. Si stabilisce che le misure di promozione e incentivazione siano coerenti con il principio di sostenibilità ambientale della produzione, con la transizione dei processi produttivi verso la digitalizzazione nella salvaguardia delle peculiarità artigianali, con l’inclusione sociale e la valorizzazione del lavoro femminile e giovanile e con il principio di non discriminazione tra le imprese”.

La nascita del Fondo nazionale per il Made in Italy

Tra le misure a favore delle imprese è prevista l’istituzione del Fondo nazionale per il Made in Italy, per l’attrazione di capitali e la realizzazione di investimenti governativi diretti e indiretti, con una dotazione iniziale di un miliardo di euro.

La tutela dei prodotti: i mezzi per attuarla

Al centro del disegno legge anche la tutela dei prodotti italiani in termini di riconoscibilità e provenienza. Ma andiamo per ordine: in primis viene adottato un contrassegno ufficiale di attestazione dell’origine italiana delle merci, “apponibile, su base volontaria, dalle imprese sui beni prodotti sul territorio nazionale”, come recita il ddl.

È prevista anche l’istituzione di un catalogo nazionale per la tracciabilità dei prodotti in base ai requisiti fissati dall’European Blockchain Service Infrastructure (EBSI).

Il Governo si impegna inoltre ad “effettuare una ricognizione dei prodotti industriali e artigianali tipici, radicati in una specifica zona geografica, adottare disciplinari di produzione con la costituzione di associazioni di produttori per la valorizzazione dei prodotti oggetto dei disciplinari”. Ricordiamo che nel nostro settore ANFAO dal 1954 si occupa della tutela del Made in Italy dell’intera filiera produttiva. L’associazione, aderente a Confindustria, tra i suoi obiettivi chiave rappresenta gli interessi dei suoi 130 associati presso le Istituzioni, sia a livello nazionale che internazionale, per, appunto, esportare in tutto il mondo il concetto di Made in Italy.

L’inasprimento delle norme relative alla contraffazione sia a livello amministrativo sia penale

Il disegno legge prevede la riorganizzazione delle competenze degli uffici giudiziari per garantire la specializzazione dei magistrati in materia di lotta alla contraffazione e la loro formazione in materia.

A livello amministrativo ci sarà un aumento delle sanzioni amministrative pecuniarie per gli illeciti di acquisto e introduzione di prodotti contraffatti.

Un'altra importante novità è la modifica del Codice penale e del Codice di procedura penale con lo scopo di “punire anche coloro che detengono per la vendita prodotti contraffatti e per velocizzare e semplificare le operazioni di distruzione della merce contraffatta sequestrata”. Ma non solo: vengono estese le disposizioni in materia di operazioni sotto copertura ai reati di contraffazione ed è contemplata una valorizzazione della collaborazione prestata dallo straniero nel corso delle indagini per l’identificazione dei produttori e dei distributori delle merci contraffatte.

Le misure relative alle manifestazioni fieristiche

Un’altra buona notizia riguarda infine il sostegno del settore fieristico in Italia mediante finanziamenti a favore delle imprese del settore. Questa parte del ddl è molto importante perché è proprio l’Italia a dare i natali e a ospitare MIDO, l’eyewear show internazionale numero uno al mondo che riaprirà i battenti da sabato 3 a lunedì 5 febbraio 2024 a Fiera Milano Rho.

Infine, specifichiamo che nei 50 articoli del disegno di legge quadro approvato dal Consiglio dei Ministri non c’è però nessuna indicazione specifica relativa al settore dell’ottica-occhialeria.

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