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Cleto Munari porta la sua visione nell’eyewear

Cleto Munari porta la sua visione nell’eyewear

L’eclettico artista Cleto Munari ha scelto la sede di Ottica Mondelliani di via dei Prefetti a Roma per presentare in anteprima assoluta la sua prima collezione eyewear. Le esperienze artistiche del designer italiano si sono tradotte in 13 occhiali, suddivisi in 10 modelli da vista, 2 modelli da sole, 1 modello in serie limitata in 2 varianti colore.

In questa intervista esclusiva, Munari racconta a WMIDO come il suo concetto di design sia ancora espressione di modernità.

Come nasce la sua attività creativa?

La mia attività nel mondo del design ha avuto inizio tardi, intorno ai 40 anni.

Fino a quel momento mi ero dedicato solo alle mie passioni, le donne e i cavalli!

Provengo da una famiglia benestante e quindi, ho potuto permettermi di scegliere e di dedicarmi al mondo dell’arte e del design quando mi sentivo pronto…

C’è stato un personaggio determinante per la sua carriera?

Ho “affondato il coltello nel design” grazie a Paolo Scarpa e determinante è stato anche Ettore Sottsass: ambedue mi hanno guidato nella ricerca del “bello”.

Nella mia carriera ho toccato diversi ambiti: dai gioielli ai mobili, agli interni delle auto (ho lavorato con Enzo Ferrari), ai tappeti, all’oggettistica, alla moda… per arrivare oggi agli occhiali.

Le mie opere sono esposte nelle collezioni permanenti di molti importanti musei in tutto il mondo, tra cui il Metropolitan Museum of Art di New York.

Come nasce l’idea di creare un occhiale in questo momento della sua carriera?

Penso che sia questione di DNA: come gli scrittori anche gli artisti nascono con questo dono. Credo di non essere mai stato produttivo come in questi ultimi anni! L’oggetto occhiale, in realtà, mi è sempre interessato. Credo che la mia forza sia nel non sapere cosa disegnino gli altri creativi dell’eyewear.

La spinta a realizzare la mia prima collezione è nata quando mi chiamarono dal Mudec di Milano e mi chiesero degli oggetti da inserire nello store del museo.

In quell’occasione, dissi alla responsabile degli acquisti che mi era balenata l’idea di creare una collezione di occhiali. In quel momento non avevo nulla in mano, era solo nella mia mente, le feci uno schizzo a mano e me ne ordinò 50 paia! Dopo tre mesi, diedi il via alla produzione affiancato da un imprenditore vicentino, Domenico Concato.

Qual è il segno distintivo per i suoi occhiali?

Senza dubbio il colore. Il colore è molto più che un ‘verbo’ per me: è essenza come la forma. L’occhiale non deve essere anonimo, e qual è lo strumento migliore se non il colore?

Quali materiali utilizza per la sua collezione?

Abbiamo iniziato con l’acetato ma stiamo pensando di introdurre il titanio. I nostri occhiali presentano una superficie multistrato, difficile da realizzare e, non a caso, vengono lavorati da artigiani esperti della tradizione orafa vicentina. La giustapposizione dei tre colori delle lastre di acetato multistrato è unica, concepita minuziosamente e realizzata su misura da Mazzucchelli.

Il colore è enfatizzato dalle forme che alternano superfici conche e convesse.

Sui suoi occhiali compare in maniera discreta il suo segno distintivo: la rivisitazione dell’occhio egiziano. Perché ha scelto questo simbolo per caratterizzare le sue opere?

Perché è simbolo di saggezza e fortuna.

Chi sceglierà i suoi occhiali?

L’occhiale è come un vestito: si sceglie per essere visti e l’occhiale anche per vedere!


CLETO MUNARI

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