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Gli occhiali che salvano gli oceani.

Gli occhiali che salvano gli oceani.

Dal 2016 Sea2see ha avviato un processo rivoluzionario per recuperare la plastica abbandonata nei mari e utilizzarla come materia prima per creare occhiali. Grazie alla vendita di ciascun occhiale, l'azienda finanzia la raccolta di circa 5 kg di plastica.

Abbiamo approfondito l’argomento con François van den Abeele, fondatore e CEO del brand.

Potrebbe illustrarci gli aspetti principali su cui è incentrato il suo progetto?

Il nostro modo di operare si articola su tre punti cardine: siamo stati i primi a utilizzare la plastica recuperata in mare come materia prima. Sin dal 2016, Sea2see ha dimostrato che i rifiuti e, nel nostro caso, la plastica recuperata in mare, possono essere impiegati con successo nell’industria ottica come materia prima.

Quando abbiamo iniziato a lavorare in questo settore, le persone non sembravano interessate alle questioni legate alla sostenibilità. Pertanto, siamo stati i primi a sperimentare l’utilizzo di una nuova materia prima, di una nuova risorsa, contribuendo così anche a ripulire i mari dai rifiuti. Naturalmente, la nostra azienda è da sempre attenta agli aspetti ambientali e questo fattore rappresenta il motore dell’attività, in quanto si traduce in soluzioni concrete e tangibili per eliminare l’origine del problema.

Abbiamo anche messo a punto un programma di raccolta della plastica nei paesi in cui le nostre azioni esercitano un impatto sociale e ambientale diretto sulle comunità costiere. Abbiamo sviluppato e creato una catena di fornitura inclusiva dove i rifiuti hanno un valore: siamo riusciti a creare una soluzione sostenibile e scalabile per ridurre, da un lato, la plastica nei mari, e migliorare la vita delle comunità costiere emarginate grazie all’offerta di una nuova fonte di reddito, ripulendo al contempo le spiagge e le coste di rifiuti.

Per Sea2see, inoltre, è fondamentale condurre campagne di sensibilizzazione sul tema della plastica nei mari per coinvolgere i consumatori nel nostro progetto. Per ogni montatura, raccogliamo e ricicliamo circa 5 kg di plastica. Nel corso degli anni, siamo riusciti a sensibilizzare le persone sul problema della plastica nei mari, coinvolgendo direttamente i consumatori. I consumatori stanno cambiando, cercano di fare acquisti in modo diverso.

Di fatto, stiamo offrendo loro una soluzione semplice, ossia qualcosa che possono indossare, per entrare a far parte del cambiamento ecologico verso la sostenibilità. Quindi, i consumatori contribuiscono direttamente al finanziamento della collezione e alla trasformazione dei rifiuti.

Promuoviamo un’economia circolare e la sostenibilità del settore ottico, dove la questione del riciclo non veniva presa in considerazione 5 anni fa. 
Sono quattro anni che cerco di spostare l’attenzione dell’industria ottica sul tema della sostenibilità e continuerò a insistere e a promuovere quest’occasione unica per apportare un cambiamento concreto nel settore che, fino all’arrivo di Sea2see, non aveva mai considerato la plastica vergine e i materiali riciclati come materia prima.

Come si articola la collaborazione con le comunità di pescatori?

Abbiamo avviato due tipi di collaborazione. In Africa, siamo già operativi in Ghana e in Senegal e presto, entro il 2021, ci sposteremo in Costa d’Avorio e Guinea Conakry. Abbiamo intenzione di espanderci anche in Asia e Indonesia.

In Africa, il programma prevede che i pescatori ricevano un compenso per ripulire l’ambiente dai rifiuti, offrendo loro una nuova fonte di guadagno in base alla quantità di rifiuti raccolti. È bello vedere che sono disposti a collaborare perché, da un lato, ricevono un compenso e, dall’altro, si rendono conto con i loro occhi che possono incidere positivamente sull’ambiente.

L’obiettivo è quello di espandere il programma di raccolta dei rifiuti in tutto il mondo. 
In Europa, prima in Spagna e poi in Francia, abbiamo collocato dei contenitori presso i porti e stiamo collaborando con le comunità di pescatori per il recupero dei rifiuti nei mari. Al momento, siamo operativi in 27 porti in Spagna e in 12 porti in Francia.

Una prima selezione dei rifiuti è svolta dai pescatori al porto: si occupano volentieri di questa attività e apprezzano il fatto che ciò che raccolgono possa ricevere una nuova vita senza continuare a inquinare l’ambiente marino. Noi forniamo tutti gli attrezzi necessari, i contenitori e grandi sacchi per la raccolta dei rifiuti. 

Quante tonnellate di plastica avete raccolto? Qual è la media annua?

Fino ad ora, nel primo anno ne abbiamo raccolte circa 50 tonnellate, il secondo anno circa 100, nel 2019 abbiamo raccolto un totale di 160 tonnellate e più o meno la stessa quantità nel 2020, al momento.
Solo in Ghana, fino ad ora, abbiamo raccolto in media 10 tonnellate di plastica al mese. Nel 2021, puntiamo a raccoglierne circa 350 tonnellate all’anno.

Può descrivere qual è il processo di trasformazione per creare occhiali da sole dalla plastica abbandonata?

Il processo inizia con la raccolta dei rifiuti, grazie alla collaborazione dei pescatori. La seconda fase consiste nel separare i rifiuti da utilizzare come materia prima, e questa operazione è svolta manualmente. Una volta che il materiale è stato selezionato, e dopo aver individuato quello migliore per la creazione delle montature e a breve anche degli orologi, il polimero viene riciclato.

Dopo aver creato una materia prima “riutilizzabile” si procede con le normali fasi della lavorazione degli occhiali in Italia. Gli stadi iniziali sono di importanza cruciale perché consentono di creare un materiale di qualità elevata che successivamente verrà utilizzato per le montature.

Qual è la strategia seguita per la distribuzione degli occhiali?

A livello globale, abbiamo creato una rete distributiva solida e in rapida crescita di cui andiamo veramente fieri, anche in un anno difficile come quello in corso.
Al momento, in alcuni mercati, disponiamo dei nostri rappresentanti, mentre in altri mercati ci affidiamo a distributori.

Anche la collaborazione con celebri catene di occhiali nella penisola scandinava, in Francia e in Nord America si è dimostrata vincente. Inoltre, abbiamo avviato collaborazioni e creato collezioni in co-branding con terze parti.

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