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Waiting for MIDO 2024: Ørgreen Optics

Waiting for MIDO 2024: Ørgreen Optics

Dal 3 al 5 febbraio 2024 si accenderanno i riflettori su MIDO, leader mondiale tra i tradeshow dedicati all’eyewear. Per tre giorni gli stakeholder, provenienti da tutti e cinque i continenti, incontreranno a Fieramilano Rho le realtà del comparto che rappresentano l’intera filiera del settore occhialeria in un contesto ad ampio respiro internazionale.

 

WMIDO darà voce ad alcuni tra gli espositori di MIDO 2024. Il protagonista dell’intervista di oggi è Henrik Ørgreen, founder di Ørgreen Optics.

 

La sostenibilità è indubbiamente un tema di estrema attività, nato dalle esigenze di elevare lo scopo delle realtà imprenditoriali per contemplare un futuro migliore per tutti. Questa tematica è molto sentita anche da MIDO che, oltre ad essere impegnata in prima linea come organizzazione, ha creato dei premi ad hoc: CSE Award - Certified Sustainable Eyewear che valuta la sostenibilità dei prodotti eyewear a livello internazionale e Stand Up For Green – pensato per gli stand che si distinguono per l’attenzione all’ambiente. Come si pone la sua società nei confronti di questa tematica? Quali sono le attività che svolgere per sostenere il futuro del pianeta?

In qualità di marchio scandinavo, ci sentiamo obbligati a trattare le questioni di sostenibilità in virtù di normative di politica interna nell’ambito del Green Deal dell'UE. Siamo dunque molto attivi, non solo per quanto riguarda l’aspetto comunicativo. Molti dei nostri principali clienti ci richiedono i dati per la loro rendicontazione ESG e noi rispondiamo svolgendo analisi LCA (Life Cycle Assessment) per il calcolo delle emissioni di CO2. In questo modo siamo in grado di acquisire maggiori conoscenze e possiamo realizzare un modello circolare più efficace. Al contempo, abbiamo approfondito le nostre conoscenze nel campo della progettazione e produzione 3D, perché riteniamo che diventerà un’area chiave nel prossimo futuro.

 

I giovani sono il nostro futuro, ne parlavamo prima anche in ambito di sostenibilità. Essergli vicino e rispondere alle loro esigenze, non è sempre facile. MIDO, in questo senso, cerca sempre di essere al passo con i tempi e sperimentare: è stata la prima fiera del settore ad avere un magazine digitale, a utilizzare un’app dedicata, la prima a creare una piattaforma digitale per rispondere immediatamente alla crisi Covid. Nel 2024, come dicevamo prima, è stata anche la prima del settore a creare una campagna di comunicazione utilizzando l’IA. La sua azienda come cerca di raggiungere i più giovani?

Domanda interessante. Dato che siamo specializzati in occhiali da vista, il nostro cliente medio ha 55 anni, mentre il consumatore finale tipo è sulla quarantina, a esagerare. Si tratta di un segmento della popolazione ‘normale’ per il nostro settore. Pertanto, come brand, al momento non abbiamo la priorità di entrare in contatto con un pubblico più giovane. Al contrario, ci interessa di più far conoscere le novità a un pubblico maturo, forse perché ci sentiamo ancora giovani! Ad esempio, siamo consapevoli che l’IA sia parte di un processo rivoluzionario più ampio, non correlato esclusivamente ai giovani. Crediamo che le persone più anziane debbano lasciarsi coinvolgere e fare parte di questo processo.

 

Un altro tema ‘caldo’ del 2023 è, infatti, l’utilizzo sempre più diffuso dell’IA. Anche MIDO l’ha utilizzata, in supporto alla creatività umana, per realizzare la prima campagna di comunicazione del settore. Qual è la sua posizione nei confronti di questa tematica? L’ha utilizzata per la sua realtà produttiva o pensa di farne uso nel futuro?

In generale usiamo l’IA in diversi ambiti aziendali, tra cui l’analisi dei dati, il copywriting, le attività di ricerca e altre attività amministrative. Tuttavia, non abbiamo mai utilizzato l’IA per scopi specifici come creare prodotti o campagne perché, secondo noi, gli strumenti essenziali di queste applicazioni ancora devono essere completamente sviluppati. Altri brand utilizzano l’IA per la creazione di immagini. Noi preferiamo mantenere l’unicità del nostro DNA e affidarci a un processo più analogico (usiamo ancora la pellicola) in modo da riflettere la qualità artigianale dei nostri prodotti.

 

Sul vostro sito c’è un’affermazione interessante: “affrontiamo l'arte dell'occhiale in modo olistico”. Ce la spiegherebbe?

Con piacere. Immaginiamo ad esempio una poltrona o un divano che, a prima vista, sembrano bellissimi. In un primo momento, la loro estetica potrebbe essere accattivante. Tuttavia, se sono scomodi, questa bellezza si riduce rapidamente. Lo stesso principio può applicarsi agli occhiali. È facile che occhiali alla moda, ma pesanti o scomodi, vengano lasciati sul tavolo anziché essere indossati. La nostra visione olistica, quindi, ha come obiettivo quello di trovare un equilibrio perfetto tra i vari livelli, interpretando il concetto di design danese.

 

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